In Veneto, un progetto innovativo lanciato nel 2022 sta facendo scuola. Nato a Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, il progetto “Patti Digitali” si è rapidamente espanso, coinvolgendo oggi oltre duemila famiglie in tutta la regione. L’obiettivo è chiaro: limitare l’accesso ai social network per i ragazzi fino alla terza media e promuovere un uso consapevole e responsabile della tecnologia attraverso un percorso educativo condiviso tra famiglie, scuole e comunità locali.
Il progetto prevede che i genitori aderiscano volontariamente a un accordo che stabilisce regole precise sull’uso di dispositivi come smartphone, tablet e computer. Tra le misure principali, c’è il divieto di accesso ai social per i minori di 14 anni, in linea con la normativa italiana del 2018, e l’introduzione di un “patentino digitale”, un percorso formativo che aiuta i ragazzi a comprendere come utilizzare la tecnologia in modo sicuro e responsabile.
Il successo iniziale a Ponte nelle Alpi ha dato il via a una rapida espansione del progetto in altre località della provincia di Belluno, come Borgo Valbelluna, Feltre e Santa Giustina. Il modello ha rapidamente conquistato anche altre province venete, tra cui Treviso, Padova e Vicenza, con un numero crescente di famiglie che decidono di aderire. L’adesione diffusa conferma l’efficacia dell’approccio, che non si limita a limitare l’uso della tecnologia, ma punta a creare consapevolezza tra le giovani generazioni.
“Il digitale è ormai parte integrante della nostra vita quotidiana, ma dobbiamo educare i ragazzi a un uso consapevole. La chiave del successo è stata creare reti di supporto tra amici e famiglie, in modo che i ragazzi non si sentano isolati” afferma Alex Fagro, uno dei fondatori del progetto. Marco Bianchet, altro promotore dei Patti Digitali in Veneto, sottolinea: “Conoscere il mezzo e saperlo utilizzare senza esserne sopraffatti è fondamentale.”
Famiglie e scuole: alleanza fondamentale
Le famiglie che partecipano al progetto condividono esperienze e difficoltà, come le resistenze iniziali dei figli nell’adattarsi alle nuove regole. Tuttavia, molte testimoniano anche i benefici di un approccio più equilibrato alla tecnologia. “Mio figlio ogni tanto si lamenta, ma alla fine capisce che c’è un senso in quello che facciamo”, racconta Antonella Galantin, madre di un ragazzo che ha aderito al progetto.
Anche le scuole stanno facendo la loro parte per supportare il cambiamento. In molte scuole medie della regione, sono già in atto misure come il ritiro dei cellulari all’ingresso o la custodia dei dispositivi in armadi blindati. Questi interventi anticipano la circolare del Ministro Valditara, che dal prossimo anno scolastico vieta l’uso dei cellulari in classe.