Giancarlo Galan, ex presidente della Regione Veneto dal 1995 al 2010, un tempo considerato il “Doge” per il suo predominio politico nella regione, vive oggi una realtà ben lontana da quella di potere che ha conosciuto. Coinvolto nel clamoroso scandalo del Mose, che ha scosso l’intera classe politica veneta, l’ex governatore ha visto la sua carriera e la sua vita privata travolte da un vortice giudiziario.

A causa della sua condanna per corruzione, che ha portato alla confisca di 2,6 milioni di euro e a una pena di due anni e dieci mesi, Galan si trova oggi in una situazione economica disastrosa. “Non ho più nulla, non ho redditi, vivo dell’aiuto degli altri”, ha confessato recentemente, in un’intervista dove ha raccontato la sua nuova quotidianità.

Attualmente, l’ex presidente vive in una casa sui Colli Berici, che gli è stata messa a disposizione dal fratello Alessandro. Qui trascorre le giornate in un clima di austerità, lontano dalle luci della politica. Tra i suoi impegni quotidiani, Galan si dedica alla cura del giardino, alla lettura e a lavori nel bosco, cercando di trovare un po’ di pace dopo anni segnati dal fango della giustizia.

Nonostante le difficoltà, l’ex “Doge” ha deciso di avviare l’iter per riottenere il vitalizio che gli era stato revocato a seguito della condanna. Secondo le sue parole, il vitalizio di circa 2.500 euro lordi al mese rappresenta un suo diritto, e Galan ha già presentato la domanda affinché gli vengano restituiti anche gli arretrati.

Il passaggio dalla politica al silenzio della vita quotidiana è stato brusco e doloroso. Galan, però, sembra aver trovato un po’ di serenità in una vita più sobria, lontana dalla ribalta, ma pur sempre segnata dal peso delle sue azioni passate. Una storia che testimonia le difficoltà nel ricostruire una vita dopo essere stati travolti dal discredito e dalla giustizia.

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