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Esce dal carcere e in meno di 24 ore violenta ripetutamente una donna sotto la minaccia di una pistola

Era uscito da poco meno di 24 ore dal carcere ed ha violentato più volte una donna a Padova. In manette è finito un 36enne kosovaro arrestato dalla polizia di Padova per aver sequestrato violentato ripetutamente una 37enne albanese, che due giorni fa è riuscita a fuggire dall’appartamento disabitato dove era stata rinchiusa. La donna ha riferito agli agenti che era stata contattata telefonicamente da un uomo a lei totalmente sconosciuto che le aveva chiesto di scendere in strada  lasciando capire che il figlio 18enne della donna era in
grave pericolo. Era solo l’esca per portarla in un casolare dove il maniaco ha estratto una pistola per costringerla a subire violenze sessuali continue. Nel frattempo, il kossovaro consumava cocaina.  Quando è riuscita a liberarsi dal violentatore è fuggita ed ha  chiamato la polizia che l’ha portata in ospedale. Per due giorni la polizia ha setacciato più zone di Padova riuscendo a localizzare ed individuare l’appartamento dove, con ogni probabilità si nascondeva l’aggressore che è stato ammanettato dopo l’irruzione alle prime ore del giorno, mentre stava ancora dormendo. Il  kosovaro, irregolare in Italia, più volte controllato dal 2012, con numerosi  precedenti penali e condanne per furti, resistenza a pubblico ufficiale e reati in materia di immigrazione clandestina. Era finito nel 2024 in carcere a Padova e, scontata la pena di 10 mesi, venerdì scorso, l’indomani ha sequestrato e violentato la 37enne.

Solo un paio di giorni fa a subire violenza era stata una ragazza di appena undici anni, seguita e aggredita nell’androne di casa. Il governatore Luca Zaia, oggi, durante il punto stampa: “”Una donna, sola, è stata minacciata con una pistola, ingannata facendo leva sulla paura per il figlio, e poi sottoposta a ore di violenze. È una vicenda che scuote le coscienze e che non può lasciare indifferenti”. E dunque “ci troviamo ancora una volta davanti a un episodio di violenza inaudita e intollerabile ai danni di una donna. Un fatto gravissimo, che lascia sgomenti e che merita la più ferma condanna. In Veneto non può e non deve esserci alcuno spazio per chi si rende responsabile di crimini così efferati”.

In attesa di sviluppi giudiziari “non possiamo che ribadire un principio fondamentale: ogni episodio di violenza sulle donne deve essere denunciato, raccontato, perseguito e represso con assoluta fermezza, applicando, laddove riconosciuta la colpevolezza, le pene massime previste dalla legge. E, soprattutto, soggetti come quello oggi fermato, spesso recidivi, vanno controllati con il massimo rigore anche al termine della condanna, che auspichiamo la più severa possibile, per tutelare la sicurezza collettiva. Alla luce dei precedenti penali, anche il perché fosse ancora libero di muoversi e delinquere nel nostro Paese pone molti interrogativi”, aggiunge Zaia. E conclude: “È nostro dovere come istituzioni essere accanto alle vittime, far sentire loro che non sono sole, e garantire che episodi del genere non vengano mai minimizzati o ignorati. In Veneto non tollereremo mai chi tenta di spezzare con la violenza la libertà e la dignità di una donna. Mai”

 

 

Violenza sessuale su bimba di 11 anni. Il “mostro” era stato in carcere per reati simili. L’indignazione

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