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Dal Veneto la proposta: “portiamo i congedi di paternità a 2 mesi obbligatori”

«Dal Veneto arrivi un messaggio al governo: sul congedo paritario dobbiamo fare un salto culturale importante, seguendo l’esempio di altri paesi europei. Per garantire parità nelle famiglie portiamo i congedi dei papà a 2 mesi obbligatori, invece dei 10 giorni attuali». Così Elena Ostanel, consigliera regionale del gruppo Il Veneto che Vogliamo, plaude all’approvazione del suo ordine del giorno agganciato al progetto di legge statale di Nicola Finco sull’estensione del diritto del genitore di astenersi dal lavoro in caso di malattia del figlio fino all’età di 14 anni. «Parliamo spesso di conciliare vita e lavoro nelle famiglie e garantire la parità nel carico della cura dei figli – dice Ostanel – ma in Italia le risposte non sono sufficienti. Il tasso di natalità più basso non è un caso, perché altri paesi hanno più misure per evitare che, dalla nascita, il figlio sia sostanzialmente solo a carico della donna. Per i congedi di paternità siamo ultimi in Europa, costretti nel 2021 a portarli da 7 a 10 giorni a seguito di una direttiva europea, mentre in Francia sono 28 giorni. Ed è proprio qui che bisogna agire. Credo sia indispensabile, in un paese come il nostro, introdurre congedi di paternità obbligatori, perché è ancora forte il gap culturale che fa in modo che solo il 7% dei padri italiani usufruisca dei congedi facoltativi. In Svezia si arriva al 70%, la media europea è del 30 %. Troppe volte ascolto racconti di padri che preferiscono non chiedere di astenersi dal lavoro per congedi facoltativi o per malattia dei figli perché “la cosa viene vista male” oppure “l’azienda mi declassa”. Il risultato è quello di un paese in cui, nei giorni lavorativi, i padri passano in media 38 minuti al giorno con i figli, le madri quasi 5 ore». «Con il mio ordine del giorno, che segue il recente modello spagnolo – spiega Ostanel – impegno la Giunta regionale ad assumere iniziative per approntare una riforma sostanziale dei congedi di paternità. Gli obiettivi sono di garantire parità tra le famiglie e tra i genitori, e sostenere la natalità e la co-genitorialità, prevedendo l’estensione del congedo di paternità da 10 giorni obbligatori a 2 mesi obbligatori più 2 mesi facoltativi, da usare entro i 3 anni successivi al parto. Si avrebbe una maggiore elasticità – e parità – nella gestione delle dinamiche familiari, con la tutela dei figli che sarà più rafforzata da questo cambio di passo nella durata del congedo dei papà».