La storia della forchetta è davvero interessante!
Greci e Romani usavano già una specie di forchetta ma poi, in Occidente, quando l’Impero Romano finì, si perse l’abitudine di usarle.
In Oriente, invece, si continuò a mangiare con queste posate e proprio dalla Persia, grazie al matrimonio di Giovanni Orseolo, figlio del doge Pietro II Orseolo di Venezia, con la principessa bizantina Maria Argyropoulina nel 1003 furono riportate in suolo italiano.
Figuratevi che nel banchetto di nozze a Venezia i parenti della sposa (orientali) sapevano usare le forchette, invece i veneziani, anche se ricchissimi, non le avevano mai viste e si vergognarono tantissimo di non saperle usare (soprattutto le donne); così, dal giorno dopo, le signore veneziane andarono dai loro argentieri e ne ordinarono tutte una grande quantità.
All’epoca, infatti, avere in casa le forchette era come disporre adesso di una TV con lo schermo grande coma un cinema, era uno status symbol.
Io sono partita in quarta a parlare della forchetta… il cuore è più forte della ragione!
In verità tutte le posate sono ugualmente importanti e altrettanto importante è saperle usare.
Sì perché non basta sapere quale posata usare (e comunque già questa sarebbe una conquista), bisogna anche vedere come la usi. Cioè se la agguanti, se hai le dita rigide intorno all’impugnatura, se per tagliare con forza la cotoletta allarghi le braccia come fossero le ali di un passerotto.
Comincia ad allenarti!
Subito, da adesso, perché solo così potrai sfoderare la giusta nonchalance all’occorrenza. L’allenamento è fondamentale nelle buone maniere come nel salto in lungo.
Con il termine posate intendiamo cucchiaio, coltello e forchetta e, vorrei ricordarvelo, si chiamano posate anche perché non vanno sollevate dalla tovaglia, fatte roteare tra una portata e l’altra o maneggiate come foste uno spadaccino.
Come fare? Ci vediamo al prossimo post dove vedremo come usare il coltello… quest’arma impropria!!
Ph Michel Zambon