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Sostegni ter: blocco alle cessioni multiple dei bonus edilizi

Nuova stretta del Legislatore contro le truffe nel settore delle agevolazioni per il settore dell’edilizia. E Cassa depositi e prestiti chiude alla cessione dei crediti.

Ancora una volta poca attenzione da parte di questo Governo verso la microimpresa. Con il decreto Sostegni-ter, approvato nel corso della scorsa settimana, il Legislatore è intervenuto nuovamente in materia di cessione del bonus 110% e dei bonus minori, modificando l’art.121 del D.L. 34/2020 del decreto Rilancio.

La nuova norma interviene bloccando tutte le cessioni multiple dei bonus edilizi, che a partire dal 27 gennaio potranno quindi essere ceduti, ma per una sola volta. Solo lo sconto in fattura potrà a sua volta essere ceduto dall’impresa cessionaria, ma anche questo solamente una volta.

In questo modo tutte le spese che verranno sostenute fino al 2024 per gli interventi edilizi agevolati potranno essere recuperati solamente in due modi: o attraverso la cessione diretta ad un istituto di credito o altri intermediari finanziari, oppure sotto forma di sconto in fattura, fino a un importo massimo pari al corrispettivo dovuto, che verrà anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi e che potrà essere da questi ultimi recuperato sotto forma di credito d’imposta, o ceduto dai medesimi ad altri soggetti, ma senza nessuna facoltà di successiva cessione.

Per tutti i crediti ceduti più di una volta, ma in data anteriore al 27 gennaio, viene previsto un periodo transitorio brevissimo: gli attuali proprietari del credito, infatti, avranno tempo fino al 7 febbraio per cedere ulteriormente il credito in loro possesso, e per una sola volta.

Tutti i contratti di cessione del credito che verranno conclusi in violazione della nuova disciplina verranno considerati nulli.

Gli interventi edilizi interessati dalla nuova disciplina sono tutti quelli che ad oggi possono essere oggetto di opzione per lo sconto in fattura o cessione del credito, dalla semplice ristrutturazione per il recupero del patrimonio edilizio al bonus per l’efficientamento energetico, quindi il bonus per l’adozione di misure antisismiche, bonus facciata, oltre che naturalmente l’oramai (tristemente) famoso bonus 110%.

L’intervento in chiave antifrode del sostegni-ter è sicuramente giustificato dalle numerose truffe che sono state rilevate nelle cessioni dei crediti, finora stimate addirittura in 4 miliardi di euro, ma fatto in questo modo e con queste tempistiche appare decisamente sproporzionato e poco lungimirante.

Il grande appeal che hanno avuto nel 2021 i vari bonus edilizi, ed in particolar modo il bonus 110%, è stato in larga parte derivato proprio dalla possibilità concessa ai cessionari dei crediti, di poter ulteriormente cedere il credito acquisito, superando in questo modo le limitazioni rappresentate dalla capacità di assorbire autonomamente i crediti acquisiti utilizzandoli in compensazione, che non aveva mai fatto decollare la previsione dello sconto in fattura.

Tuttavia, dopo la paralisi nell’attività di liquidazione dei crediti seguita al decreto antifrode di novembre, un altro intervento fatto in questo modo, ora e subito, senza prevedere un periodo transitorio adeguato e quindi con un sostanziale effetto retroattivo, non solo crea un forte disagio ad un mercato, quello della cartolarizzazione dei crediti, del valore stimato di 15 miliardi di euro, ma mette a rischio la sopravvivenza di molte imprese edili, che si troveranno a fronteggiare una grave crisi di liquidità in relazione ad impegni già assunti.

Il primo risultato della norma è stato infatti proprio la chiusura del servizio di cessione dei crediti in edilizia di Cassa depositi e prestiti, cui probabilmente seguirà Poste Italiane a ruota, o comunque inserendo ulteriori paletti all’acquisizione dei crediti. Nel frattempo, aumenta in modo preoccupante il numero di piccole banche ed istituti di credito che hanno già comunicato la chiusura del canale di cessione per il raggiungimento del budget. Al momento gli istituti più importanti, come banca Intesa e Unicredit, continuano nella loro attività.

Comprendiamo che la norma sia stata concepita ab origine male ed in modo dilettantistico ed inadeguato, come dimostrano le migliaia di pagine di prassi e di norme integrative che hanno fatto seguito alla norma originaria del 110% e degli altri bonus edilizi, ma una correzione fatta così, hic et nunc, modificando le regole del gioco dalla sera alla mattina e con effetti di fatto retroattivi, pare essere ancora una volta all’insegna del “tacon peso del buso.

Ad maiora!

Fabrizio Carta