Certificazioni Uniche errate a profusione: dopo quelle dell’Inps arrivate in primavera, sono state messe a disposizione sul portale NoiPA milioni di CU correttive di molte altre Amministrazioni Pubbliche. Ma come sempre più spesso accade, i costi delle gravi inefficienze dello stato vanno a gravare sul contribuente, mentre il “datore di lavoro” pubblico si svincola da ogni responsabilità.
Il 30 settembre è infatti scaduto il termine per la presentazione del 730, quindi la maggior parte dei contribuenti, che ha già dichiarato i loro redditi 2020, dovrà correre ai ripari e presentare il nuovo Modello Unico integrativo.
Ma, oltre al danno, anche la beffa: dove la correzione comporterà un maggior debito o un minor credito il contribuente dovrà effettuare il pagamento della differenza d’imposta, o riversare gli eventuali crediti non più spettanti ed ottenuti a rimborso, insieme a sanzioni ed interessi, visto che la scadenza originaria dei versamenti era prevista per il 30 giugno. Ed insieme alle imposte, si presenterà il conto del commercialista da pagare per la nuova dichiarazione.
A denunciare l’ennesima inefficienza statale è l’Associazione Nazionale dei Commercialisti. “È incredibile, ma anche in questo caso – afferma Marco Cuchel, Presidente dell’Associazione – si vuole minimizzare ciò che costituisce un grave disservizio per i cittadini, ai quali l’Amministrazione di fatto si limita semplicemente a comunicare che le CU sulla base delle quali gli stessi hanno dato seguito agli obblighi dichiarativi sono sbagliate e che si devono quindi attivare per rettificare la dichiarazione già presentata.”
“Non è ammissibile – prosegue Cuchel – che da parte della PA non ci sia una chiara assunzione di responsabilità e che la stessa cerchi invece con palese disinvoltura di scaricare sulle spalle degli altri le conseguenze dei suoi errori (…) quando conosciamo bene con quale severità implacabile la stessa Amministrazione colpisce i cittadini contribuenti quando sono loro a commettere degli errori.”.
Le CU rettificate sono diventate oramai un vero problema, rispetto al quale è giunto il momento che la PA cambi atteggiamento e si attivi concretamente per soluzioni che, anche attraverso possibili meccanismi di conguaglio, riducano al minimo il disagio dei cittadini.
F.C.