Il podio delle tre mete favorite non cambia: Cortina quest’anno risulta la località preferita, seguita da Madonna di Campiglio e Livigno. Ma comunque, più che tornare nello stesso posto per forza si preferisce risparmiare. Calano gli italiani mentre aumentano gli stranieri e si riduce il soggiorno medio (il 66,8% a fine ottobre non aveva ancora prenotato la vacanza bianca). Aumenta la presenza di clientela straniera, in particolare di Polonia, Uk, Usa e Repubblica Ceca. Appassionati, famiglie e sportivi devono affrontare un contesto di rialzo generalizzato di costi di soggiorno, che segna +5,9% rispetto all’anno scorso. Gli hotel hanno alzato i prezzi delle camere del +5,1%, mentre il costo degli skipass cresce mediamente del +6,2%. Le scuole di sci hanno incrementato le tariffe del 6,9%, mentre i servizi di ristorazione mostrano il rincaro maggiore, con un aumento dell’8,1%.
3.700 EURO PER DUE ADULTI E UN FIGLIO
Per una settimana bianca, un adulto spenderà in media 1.453 euro, mentre un nucleo familiare composto da due genitori e un figlio affronterà una spesa di 3.720 euro. Il weekend in montagna costa invece in media 571 euro per un adulto e 1.630 euro per una famiglia, evidenziando un aumento dell’8,4% rispetto allo scorso inverno. Appunto, pure le scuole di sci si sono adeguate alla tendenza nonostante la loro Iva agevolata al 5% (si tratta del settore che aveva rincarato meno negli ultimi anni). Sono i numeri per la stagione 2024-2025 (dall’ultimo fine settimana di ottobre) che risaltano dall’ultima edizione di Skipass Panorama Turismo, l’osservatorio nazionale dei flussi montani, alla sua 15esima edizione, a cura della società Jfc illustrato oggi online (61 destinazioni monitorate, con focus albergatori, ristoratori, impianti invernali di risalita e scuole di sci) dalla propria sede di Faenza.
“La stagione invernale 2024/2025 si apre sotto il segno dell’ottimismo per la montagna bianca italiana- spiega Massimo Feruzzi, ceo di Jfc e responsabile dell’osservatorio- con un incremento del 4,2% rispetto allo scorso anno, arrivando ad un fatturato stimato di 11 miliardi e 674 milioni: questo dato, incoraggiante in sé, si lega alla crescente affluenza dei turisti internazionali (+7,5%)”. Emerge segno positivo finora, quindi, per il fatturato generale: quello hospitality segna +5,1%, a oltre 5,3 miliardi di euro, più 279 milioni sulla passata stagione, i servizi per sciare +3,3%, a 4,5 miliardi, e gli altri servizi arrivano a quota 1,4 miliardi, più 60 milioni sull’anno scorso. Costa più o meno 54,3 euro un’ora di sci e in Val di Fassa si trovano i prezzi migliori. Mentre si contano 2.580.000 praticanti solo per lo sci alpino, in generale il trend parla di tanti nonni in montagna coi nipoti, per i soggiorni lunghi, con un aumento delle prenotazioni di gruppo, delle scuole e degli sci club.
I CLIENTI ‘MOLLANO’ GLI HOTEL DI SEMPRE. E SCIANO MENO
E cala appunto la fidelizzazione, sulle località, per l’attenzione al portafogli: spiccano otto punti in meno di fedeltà rispetto all’anno scorso, per i turisti italiani. Il grado di fedeltà era al 70,6%, con oltre sette italiani su 10 che tornavano nella stessa destinazione, mentre adesso cala al 62%. E, oltre al soggiorno medio complessivo, cala anche il tempo trascorso sugli sci: si vive montagna oggi con meno sport, per dedicare più tempo a terme, enogastronomia e ciaspolate, come prime alternative.
LA CURIOSITÀ: 125.000 PERSONE VIVONO IN MONTAGNA TUTTO L’INVERNO
Non mancano nel panorama Skipass, di nuovo, persone che vanno in vacanza per l’intero inverno: a livello nazionale sono 125.000, tra tanti appassionati di sci ma anche persone che vogliono lavorare a distanza, trascorrendo almeno 100 giorni in montagna questo inverno sia per sport sia per lavoro, appunto. Al 55,3% sono donne, che passano l’inverno ‘bianco’ in case di proprietà o di parenti-amici.