Nella giornata di ieri, 16 gennaio, si è svolto a Roma il consueto convegno annuale organizzato dall’Associazione Nazionale dei Commercialisti, avente a tema la manovra finanziaria e la professione, che ha analizzato tutte le novità fiscali introdotte dalla nuova Finanziaria e il loro impatto sulle imprese e sulla vita degli studi professionali.
L’evento ha registrato, oltre alla prevedibile partecipazione massiva di imprenditori e professionisti, anche l’intervento di parecchi politici, tra cui Maurizio Leo, viceministro dell’economia e delle finanze con delega alle finanze nel governo Meloni, deus ex machina di tutta la riforma fiscale, Andrea De Bertoldi, componente della Commissione Finanze della camera dei deputati, anche lui commercialista, e ancora, Alberto Luigi Gusmeroli, Mario Turco, Riccardo Zucconi, e Antonio Misiani del Partito Democratico.
È stato proprio quest’ultimo, Antonio Misiani, Vicepresidente della Commissione Bilancio al Senato, già Viceministro dell’economia e delle finanze del secondo governo Conte, che – intervistato per l’occasione dal quotidiano specialistico Informazione Fiscale – in relazione alla situazione dei debiti accumulati nel “magazzino” dell’Agenzia delle Entrate Riscossioni e sull’ipotesi di una nuova rottamazione delle cartelle, si è dichiarato assolutamente scettico.
Il politico del PD, ha affermato: “I numeri sono decisamente impressionanti, leggiamo addirittura di 1.200 miliardi accumulati nel magazzino e questo credo evidenzi come i provvedimenti presi finora non abbiano sostanzialmente funzionato.”
“Io – ha continuato Misiani – sono scettico su un’ennesima rottamazione credo che sia necessaria una riforma strutturale. Il Governo finora non l’ha fatta e quello che ha fatto evidentemente non ha funzionato. Credo che sia utile sedersi attorno ad un tavolo nelle commissioni parlamentari competenti e costruire un intervento strutturale non semplice, perché qualunque intervento di deflazione del magazzino richiede coperture, che chiede la Ragioneria Generale dello Stato e questo indubbiamente è un ostacolo importante”.
Misiani è stato ancora più caustico in materia di Concordato Preventivo Biennale, cavallo di battaglia di Maurizio Leo, definendolo un vero flop. “Il concordato preventivo biennale – ha detto Misiani – si è rivelato un flop dal punto di vista delle adesioni e purtroppo ha introdotto degli elementi di iniquità in un sistema fiscale che è già ingiusto di suo.”.
Di opinione naturalmente contraria l’On. Maurizio Leo, per cui il concordato preventivo biennale resta “centrale per la costruzione di un Fisco amico”.
“Dobbiamo crederci, dobbiamo crederci tutti quanti, non solo l’amministrazione, ma anche il mondo delle professioni – ha dichiarato il Viceministro -, se ci sono da fare dei correttivi, dei miglioramenti, sicuramente questi possono essere posti all’attenzione. Ma la strada è assolutamente questa.”.
“Stiamo passando da un fisco oppressivo a un fisco amico e per fare questo abbiamo bisogno della collaborazione dei dottori commercialisti e muoverci su questa direzione. Per il concordato se ci sono affinamenti da fare, li si può fare e per quanto riguarda invece le imprese di maggiori dimensioni attraverso la cooperative compliance.”.
Le intenzioni saranno queste, ma dagli studi professionali possiamo assicurare all’Onorevole Maurizio Leo che qui finora, di fisco amico, non se n’è vista nessuna traccia.
Fabrizio Carta