Venerdì 19 marzo, è arrivata la tanto attesa approvazione da parte del Consiglio dei Ministri presieduto da Mario Draghi del ‘decreto sostegni’ e introduce misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da Covid-19.
Un decreto che ha suscitato subito polemiche, con Cna Vicenza che ha commentato: “Oltre .l’80% delle imprese è escluso dai ristori”.
Il decreto interviene con uno stanziamento di circa 32 miliardi di euro, già autorizzato dal Parlamento, con l’obiettivo di potenziare gli strumenti di contrasto alla diffusione del contagio da Covid-19 e di contenere l’impatto sociale ed economico delle misure di prevenzione adottate ed assicurare nel contempo un sistema rinnovato e potenziato di sostegni, calibrato secondo la tempestività e l’intensità di protezione che ciascun soggetto richiede.
Gli interventi si articolano in 5 ambiti: sostegno alle imprese e agli operatori del terzo settore; lavoro e contrasto alla povertà; salute e sicurezza; sostegno agli enti territoriali; ulteriori interventi settoriali.
Nel primo ambito il Governo interviene a sostegno delle imprese e degli operatori del terzo settore con l’erogazione di un contributo a fondo perduto per i soggetti titolari di partita IVA che svolgono attività d’impresa, arte o professione, nonché per gli enti non commerciali e del terzo settore, senza limitazione settoriale o vincolo di classificazione delle attività economiche interessate, destinando allo scopo oltre 11 miliardi di euro.
L’indennizzo spetta a tutti i soggetti che abbiano subito perdite di fatturato, tra il 2019 e il 2020, pari ad almeno il 30 per cento, calcolato sul valore medio mensile, e che sarà determinato in percentuale rispetto alla differenza di fatturato rilevata.
Vengono previsti inoltre ulteriori indennizzi per il sostegno alle attività d’impresa di specifici settori duramente colpiti dalla pandemia. In particolare il nuovo decreto legge prevede un Fondo specifico per il turismo invernale, l’aumento da 1 a 2,5 miliardi dello stanziamento per il Fondo per l’esonero dai contributi previdenziali per autonomi e professionisti, cosiddetto anno bianco contributivo, e la proroga del periodo di sospensione delle attività dell’agente della riscossione fino al 30 aprile 2021.
Nel secondo ambito che interessa il settore lavoro e contrasto alla povertà, il decreto prevede la proroga del blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno 2021 e la proroga della Cassa integrazione, nonché ulteriori indennità per i lavoratori stagionali e per i lavoratori sportivi.
Viene rifinanziato con un ulteriore 1 miliardo di euro il Reddito di Cittadinanza, al fine di tenere conto dell’aumento delle domande e rinnovato per ulteriori tre mensilità il cosiddetto Reddito di emergenza, con ulteriore ampliamento della platea dei potenziali beneficiari.
Nell’ambito Salute e sicurezza viene previsto un ulteriore finanziamento di 2,1 miliardi per l’acquisto di vaccini e di 700 milioni per l’acquisto di altri farmaci anti-COVID, e la possibilità che aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale ricorrano allo svolgimento di prestazioni aggiuntive da parte di medici, infermieri e assistenti sanitari dipendenti, anche in deroga ai limiti vigenti in materia di spesa per il personale.
Per gli enti locali e territoriali, in relazione al quarto ambito di intervento, è previsto un sostegno per la flessione del gettito dovuta alla pandemia, pari a circa 1 miliardo di euro per Comuni e città metropolitane sul 2021. Per le Regioni a statuto speciale e le Province autonome si prevede un intervento da 260 milioni e 1 miliardo per le Regioni a statuto ordinario per il rimborso delle spese sanitarie sostenute nell’anno 2020.
Nel quinto ambito, tra gli interventi settoriali residuali, viene previsto un sostegno in ambito scolastico alle attività didattiche a distanza o integrate.
Per quanto riguarda ulteriori interventi economici, viene previsto uno specifico sostegno dedicato alle imprese del settore fieristico, l’ulteriore finanziamento del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, e un fondo da 200 milioni di euro, per il sostegno alle grandi imprese in crisi a causa della pandemia, con l’esclusione di quelle del settore bancario e assicurativo.
Viene istituito inoltre, presso il Ministero dell’economia e delle finanze, un Fondo da 200 milioni di euro per l’anno 2021, da ripartire tra Regioni e Province autonome sulla base della proposta dagli stessi enti, da destinare al sostegno delle categorie economiche particolarmente colpite, incluse le attività commerciale o di ristorazione operanti nei centri storici e le imprese operanti nel settore dei matrimoni e degli eventi privati.
F.C.
“Oltre l’80% delle imprese escluse dai ristori”. La posizione di Cna Veneto Ovest
“L’80,8% delle imprese di servizi e manifattura escluse dai ristori per colpa dei criteri di fatturato. Serve subito revisione con sistema decalage”.
Il Decreto Sostegni del Governo Draghi elimina i codici Ateco ma non cambia la sostanza del meccanismo dei ristori, che ancora una volta penalizza l’artigianato e le piccole e medie imprese. È quanto emerge dall’ultima indagine del Centro Studi na che evidenzia come nel caso delle imprese della manifattura e dei servizi, l’80,8% del campione abbia registrato un calo di fatturato medio del 27,2% tra 2020 e 2019. Un dato che di fatto le esclude per pochissimi punti da qualsiasi conteggio per l’assegnazione di contributi di sostegno.
“E messa in questi termini sa proprio di beffa – osserva Cinzia Fabris, presidente CNA Veneto Ovest – tenuto conto che il meccanismo stesso, impostato per sostenere di più in percentuale le imprese più piccole, al contrario finisce per privilegiare proprio le attività più strutturate”.
La situazione è ancora più critica se si considera in particolare il comparto dei servizi, dove il calo di fatturato tocca il 28,4% per una percentuale di imprese che arriva al 94%
“Di questo decreto – prosegue Fabris – apprezziamo il superamento dei Codici Ateco e la scelta di utilizzare un confronto tra anni interi, e non più su un arco temporale di qualche mese, per definire la reale misura delle difficoltà delle imprese. Ciò che chiediamo però adesso è che venga corretto il meccanismo per l’assegnazione dei contributi: come abbiamo visto non basta infatti aver portato dal 33 al 30% la soglia di contrazione del fatturato per avere accesso ai ristori, che anche così saranno un miraggio per moltissime attività di territorio. Chiediamo per prima cosa un sistema di decalage, senza soglie ma proporzionale al calo subito anche dalle aziende meno strutturate. E in prospettiva auspichiamo che vengano introdotti ulteriori parametri per determinare il grado di sofferenza delle imprese, come per esempio la struttura dei costi, che incide moltissimo sulla marginalità. In questo senso ci aspettiamo molto dalla promessa di Draghi, che ha già aperto a un ulteriore scostamento di bilancio per prevedere nuovi aiuti nel secondo trimestre dell’anno”.