La legge 104/92, nata per tutelare le persone disabili, è sempre più soggetta ad abusi che danneggiano sia le aziende che lo Stato

La legge 104 è uno strumento prezioso nato per tutelare le persone con disabilità, consentendo al dipendente di usufruire di alcune ore e/o giornate di permesso retribuite per prestare assistenza al familiare disabile. Tuttavia è necessario garantire che venga utilizzata in modo corretto e responsabile.

“Purtroppo i dati confermano un livello diffuso e persistente di abusi e comportamenti scorretti da parte dei dipendenti. L’uso improprio dei permessi garantiti dalla legge 104/1992 per l’assistenza familiare é reato: il dipendente che utilizza impropriamente questi permessi rischia, non soltanto il licenziamento in tronco per giusta causa, ma anche di essere incriminato per truffa ai danni dello Stato”, sottolinea Andrea Galluzzi, titolare dell’Agenzia Investigativa Federalpol.

“Il dipendente che durante la giornata di permesso retribuito per assistere il familiare disabile svolge mansioni diverse dall’assistenza commette un illecito, non soltanto nei riguardi dell’azienda, ma anche dello Stato e del Servizio Sanitario Nazionale che si occupa di versare, tramite l’Inps, le indennità relative ai permessi, che vengono solo anticipate dal datore di lavoro. Una simile condotta – aggiunge – risulta oltretutto essere lesiva della buona fede del datore di lavoro, privandolo ingiustamente della prestazione lavorativa e compromettendo il rapporto di fiducia. In aggiunta, tale abuso, genera anche una responsabilità penale a carico dell’abusante, che potrebbe sfociare in un procedimento per danno nei confronti dello Stato. Quando il datore di lavoro nutre dei sospetti è legittimato a rivolgersi ad un investigatore professionista per ottenere prove documentate valide in sede di giudizio”.

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