a cura dell’ingegnere Maurizio Recca

Le contestazioni dei consumi elettrici in Italia sono tanto semplici quanto difficili da comprendere. Al fine di effettuare una contestazione dei consumi fatturati e per evitare di incorrere in un muro di gomma dove i soggetti coinvolti, se non ben individuati, evitano ogni responsabilità, si illustra la catena di trasmissione del dato di consumo (vedi infografica sotto allegata).
I nostri consumi elettrici vengono misurati e registrati dal contatore di energia elettrica di proprietà del distributore, unico responsabile della misura della quantità di energia consumata dal cittadino.
I consumi registrati dal contatore vengono inviati con la telelettura all’archivio commerciale del distributore (1* archivio) e detto processo di invio telematico non è regolato da norme ARERA.
Il dato di consumo registrato nell’archivio del distributore, viene inviato al portale consumi (S.I.I.) che funge da collettore per tutti i distributori d’Italia.
Da questo 2° archivio, il venditore di energia, con cui il cittadino ha firmato il contratto di somministrazione di energia, preleva la quantità registrata e provvede all’emissione della FATTURA secondo il contratto sottoscritto col cittadino ed applicando la tariffa €/kWh.

Le eventuali contestazioni

In caso di contestazione, dunque, gli operatori del diritto devono ben comprendere cosa contestare e se contestare:
1) se si contesta la quantità di energia consumata dal cittadino, il responsabile della misura è solo il distributore locale;
2) se si contesta la tariffa applicata dell’energia consumata dal cittadino, il responsabile della tariffa è solo il venditore di energia.

Solo conoscendo la catena di trasmissione del dato di consumo, si evitano inutili rimbalzi di responsabilità.
Tutti i dati di consumo sono resi disponibili e facilmente scaricabili dal relativo sito web e tutti, entrando nella propria area riservata resa disponibile, possono fare un confronto di ciò che risulta nella fattura energetica.

Fonte Studio Cataldi

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