Avviare un nuovo modello di sviluppo a partire dalla popolazione over 65. È la proposta lanciata dal centro studi ‘La Scossa’ presentata ieri sera nella sede dell’agenzia di stampa Dire a Roma. Dal ripensamento dei modelli di assistenza agli investimenti sul capitale umano, dalle politiche del lavoro ai servizi dedicati agli utenti senior. La cosiddetta ‘silver society’ può diventare ‘golden’ se ripensata non come un freno alla società ma al contrario come fonte di ricchezza economica e sociale.
“Gli anziani sono considerati come un problema e non come un’opportunità- ha detto in apertura il presidente de La Scossa, Francesco Delzio- ma le opportunità economiche di questa generazione sono straordinarie e trainanti rispetto alle scelte economiche del Paese. A tal punto che, forse, non dovremmo più chiamarli anziani ma ‘super adulti’”.
Come ha spiegato Eleonora Mazzoni, direttrice dell’area salute I-Com e curatrice del paper presentato da La Scossa, “oggi la silver economy è un tema di cui è necessario parlare perché le tendenze demografiche, non solo nel nostro paese ma in tutti quelli industrializzati, ci mostra una popolazione che invecchia. Ma l’invecchiamento della popolazione può generare anche delle opportunità, soprattutto se si parla di invecchiamento attivo, anche dal punto di vista lavorativo”. Sanità, assistenza, benessere per la persona, ma anche cultura, turismo e svago sono settori di consumo ma anche ambiti su cui lavorare come società. Sul tema, è stato creato un intergruppo parlamentare, ma “le regioni si stanno muovendo in ordine sparso su questo- ha sottolineato Mazzoni- mentre altri Paesi sono più avanti di noi, come ad esempio sul tema delle politiche abitative”.
Per Claudio Durigon, senatore della Lega e sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, “l’analisi di questo contesto è molto importante, e le azioni da mettere in campo sono tante. Il governo ha lavorato a un decreto per rispondere all’economia e all’età che cambia. I temi più importanti sono quelli dell’accesso ai servizi, dell’assistenza domiciliare ma anche quello del lavoro. Perchè le persone over 65 che lavorano sono raddoppiate rispetto al 2010, quindi dalla sicurezza alla formazione bisogna capire come intervenire in questi ambiti, e capire come la generazione ‘silver’ possa diventare gold”.
Anche per Massimiliano Maselli, assessore ai servizi sociali, disabilità e terzo settore della Regione Lazio, “bisogna dare risposte portando avanti una serie di azioni e interventi”. A partire dalla prevenzione e dagli interventi di prossimità. “Le istituzioni si stanno muovendo- ha assicurato Maselli- stiamo portando avanti uno studio in via sperimentale con l’università Tor Vergata sulla popolazione meno giovane, e poi stiamo lavorando per passare dalla divisione in distretti ai consorzi. La consapevolezza su questo tema è aumentata”.
“I super adulti sono in crescita e anche in futuro lo saranno- ha ribadito Monica Fabris, direttrice scientifica CSA research- ma sono diversi rispetto a quelli di un tempo: i super adulti sono cambiati. Oggi il modo di pensare e di essere dei super adulti è molto aperto, molto interessato all’innovazione e sensibile al sociale. Non si tratta di una minoranza, ora, ma della maggior parte della società. Quindi tutti gli aspetti della vita devono partire da qui. E questo processo riguarda anche i giovani, anzi soprattutto i giovani”.
Stefano Genovese, del gruppo Unipol, ha sottolineato l’importanza di incentivare investimenti assicurativi anche “quando le persone non ci pensano, perché troppo spesso si pensa ad attivare un’assicurazione quando si ha già bisogno di assistenza, e non prima”. Anche per Maria Cristina Ferradini di Fondazione Amplifon, “è necessario intervenire prima”. Durante la fase pandemica, con il progetto Ciao, Amplifon ha connesso 10 RSA, sperimentato dei sistemi di video-connessione. Oggi il progetto è arrivato a coinvolgere 200 strutture. “La tecnologia che stiamo usando ci permette di dare una risposta facile e agevole all’anziano. E, al di là dei numeri, quello che abbiamo scoperto come fondazione è che l’anziano non è una persona in decadimento ma una persona viva, che ha un’intima voglia di vivere. Quindi iniziamo a considerarli non solo come un mondo economico, ma come un mondo”.