Giorgetti chiede “sacrifici per tutti”. È questa la notizia che nei giorni scorsi ha fatto crollare i mercati di un punto e mezzo, e creato fibrillazione nella stessa maggioranza.

In un’intervista a Bloomberg il ministro dell’Economia ha voluto anticipare come la manovra di bilancio 2025 chiederà sacrifici a tutti, dalle famiglie alle imprese, grandi e piccole, una “conta al centesimo” per rimettere a posto i conti pubblici, così come chiede Bruxelles.

I primi che si trovano oggi chiamati alla cassa, sono le piccole partite Iva e le microimprese. Il Governo ha seduto tutti intorno a un tavolo da gioco per proporre una scommessa: il Concordato Preventivo Biennale, l’offerta che – secondo il viceministro Maurizio Leo – non puoi rifiutare.

Come funziona il gioco: il Fisco fissa il reddito su cui pagare le tasse per il 2024 e il 2025, basandosi sui risultati degli ultimi tre anni, analizzati attraverso un debolissimo strumento statistico, l’indice sintetico di affidabilità (gli ISA, ex studi di settore). L’imprenditore, entro la fine di questo mese, dovrà decidere se accettare o meno l’offerta del Fisco. Inutile dire che con questo “socio” di affari ne fai pochi, per cui – parodiando il titolo di un vecchio film – la proposta è quasi sempre indecente.

È naturale che pochissimi accetterebbero di pagare più del dovuto, peraltro in barba al sacrosanto principio costituzionale di capacità contributiva, secondo cui le tasse vanno pagate su quello che si guadagna.

Allora il croupier ha messo sul tavolo un correttivo, per rendere più appetibile l’offerta: far pagare sul maggior reddito ipotetico, ma di meno. Ma anche così l’offerta rimaneva misera.

Hanno pensato allora di affiancare all’offerta una minaccia, inviate lettere minatorie nei cassetti fiscali dei poveri imprenditori: “accetta o ti mando i controlli” (che il padrino spostati).

Alla fine, stanchi della resistenza degli imprenditori, hanno pensato bene, e parliamo di qualche giorno fa, di regalare a chi aderisce un condono per gli anni 2018-2023. Ovviamente pagando un altro surplus di tasse.

Non sappiamo come finirà, ma finora il Concordato Preventivo Biennale è stato solo un gran pasticcio, un’idea nata male, e proseguita peggio, che sta rischiando di scadere nel ridicolo.

È ovvio quanto inutile dire che vendere un condono a una sola parte dei contribuenti, ovvero limitarlo a quelli che aderiranno al concordato preventivo biennale, ed escludere tutti gli altri, è una evidente violazione di svariati principi costituzionali, in primis quello dell’eguaglianza. Il che, considerando che in quei palazzi qualcuno glielo avrà anche detto, sembra più che si stiano tirando una volata per un – giustissimo e condivisibilissimo, quanto equo – condono fiscale, che manca oramai da più di vent’anni.

Ma siccome i sacrifici devono essere per tutti, Giorgetti chiama in balla anche le grandissime imprese e il resto dei cittadini.

Il Ministro ha anticipato che chiederà un impegno in più a chi ha maggiormente beneficiato degli effetti della crisi energetica e geopolitica, introducendo l’ipotesi di un’addizionale IRES, dallo 0,5 all’1%, sui profitti e sui ricavi delle imprese di maggiori dimensioni.

Per tutti i cittadini, invece, è in programma una generale revisione delle agevolazioni fiscali, in primis quelli sui lavori di ristrutturazione edilizia, accompagnata da una clamorosa frenata a ogni tipo di bonus.

Infine, nel Piano Strutturale di Bilancio entra la più vecchia delle novità: l’aumento del prezzo dei carburanti! L’intenzione del Governo è infatti quella di allineare le accise del diesel e della benzina. Assoutenti, ha calcolato una stangata da 3,1 miliardi sugli automobilisti, mentre il Codacons stima per le famiglie 7,5 miliardi di maggiori costi di rifornimento e rincari dei prezzi al dettaglio.

Sembrano proprio lontani i tempi in cui le varie Meloni e i vari Salvini, dalle loro lavagnette, promettevano la “progressiva abolizione” delle accise. Ma all’epoca si era all’opposizione e si faceva campagna elettorale, adesso bisogna finanziare la manovra e non fare deficit, e si rastrella dove e come si può.

Eh sì, come avrebbe detto il Maestro, forse erano solo “programmi demenziali con tribune elettorali (e avete voglia di mettervi profumi e deodoranti, siete come sabbie mobili tirate giù!)”.

Ad maiora!

Fabrizio Carta

 

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