L’Italia è 14esima nell’indice di uguaglianza di genere misurato dall’Europa ed è una posizione “insoddifacente”. Senza contare che nel Paese “c’è anche la non invidiabile percentuale più bassa di donne che lavorano a tempo pieno. E non sono una consolazione neanche i numeri dell’Emilia Romagna, sebbene sensibilmente migliori rispetto alla media italiana”. Nella giornata dell’8 marzo, il segretario regionale della Cisl Filippo Pieri, parlando questa mattina a “La finestra sui fatti” su Radio Flyweb, pone l’accento in particolare sull’integrazione degli strumenti della contrattazione, che sia contrattazione nazionale, aziendale ma anche contrattazione sociale, fatta a livello territoriale con le istituzioni locali.
“Un ambito in cui diventa basilare integrare il welfare pubblico e quello privato per assicurare maggiori servizi a vantaggio delle famiglie”, insiste. “D’altro canto, innalzare i tassi di occupazione femminile e ridurre la precarietà significa, come molti studi dimostrano senza tema di smentita, favorire anche la natalità”. In Italuia, ribadisce “siamo in ritardo, la parità tra uomini e donne deve diventare una priorità assoluta della nostra azione sindacale”.
