II rincaro del costo del carburante fa discutere. Il prezzo della benzina continua a salire e l’opposizione va all’attacco, mentre il Mimit cerca di gettare acqua sul fuoco, con scarsi risultati.
“In riferimento alle recenti dichiarazioni relative al costo dei carburanti alla pompa, si precisa che il prezzo industriale della benzina, depurato dalle accise, è inferiore rispetto ad altri Paesi europei, come Francia, Spagna e Germania”, si legge in una nota del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato dal ministro Adolfo Urso.
BONAFE’: PREZZI FUORI CONTROLLO, GOVERNO RIMANDA DECISIONI
Ma capogruppo Pd commissione Affari Costituzionali della Camera, Simona Bonafè, non ci sta e risponde per le rime al Urso. “Era la promessa principale della campagna elettorale di Giorgia Meloni: al governo taglierò le accise sui carburanti. Meloni governa da quasi un anno e il prezzo della benzina e del gasolio sono oggi completamente fuori controllo. Mai avevano raggiunto costi così esorbitanti. E con l’aumento indiscriminato dei prezzi del carburante sono aumentati in modo assolutamente irragionevole anche pane, pasta, frutta e verdura. Fare la spesa è diventato un problema serissimo per milioni di italiani”. “Il governo, incapace di trovare risposte- attacca-, rimanda come sempre. Lasciando irresponsabilmente in difficoltà milioni di famiglie”.
MISIANI: URSO FUORI DA REALTÀ
“Le dichiarazioni del ministro Urso sulla situazione dei prezzi dei carburanti che sarebbe migliore di quella degli altri Paesi europei e sulla presunta ‘piena efficacia’ dei cartelloni con il prezzo medio di benzina e gasolio sono del tutto fuori dalla realtà. La verità è che le misure contro il caro carburanti varate in pompa magna dal governo Meloni si sono rivelate un buco nell’acqua, come era stato ampiamente previsto sin dalla discussione parlamentare del decreto legge sulla trasparenza dei prezzi. Al ministro Urso diciamo che il tempo delle chiacchiere e degli annunci è abbondantemente scaduto e che servono atti concreti”, dichiara il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd. “Il governo metta da parte la propaganda e utilizzi l’extra gettito da accise e IVA per rifinanziare il buono per il trasporto pubblico, introdotto dal governo Draghi su proposta dell’allora ministro del lavoro Orlando e ridimensionato dall’attuale governo, che ha ridotto lo stanziamento e ha previsto criteri di accesso più restrittivi. Le risorse destinate a questa misura- continua- sono pressoché esaurite e servono nuovi fondi per evitare il blocco dell’erogazione dei buoni. È inoltre opportuno riportare la platea degli aventi diritto al livello previsto inizialmente, innalzando nuovamente la soglia di reddito da 20 mila a 35 mila euro. Investire sul trasporto pubblico è il modo migliore per reagire al caro carburanti”.
BONELLI: PREZZI ALLE STELLE, GOVERNO SORDO
“Durante la campagna elettorale, la Presidente Meloni e la sua coalizione avevano promesso montagne d’oro, tra cui il taglio delle accise sulla benzina. Dopo quasi un anno di governo e una lunga serie di promesse tradite, ci troviamo di fronte a un aumento senza precedenti dei prezzi dei carburanti fossili, che pesa enormemente sulle tasche dei cittadini e delle famiglie italiane. Pane, pasta, frutta, verdura: beni essenziali diventati quasi inaccessibili per molti a causa di questa spirale di rincari. E quale sarebbe la risposta del governo? Elargire bonus per l’autotrasporto di merci e persone, una soluzione superficiale e di breve respiro che non affronta il vero cuore del problema”. Lo dichiara, in una nota, Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra. “Mentre i ministri dell’energia dell’Ue- prosegue l’ecologista- guardano al futuro, attraverso l’approvazione di un regolamento che prescrive lo stop ai motori endotermici per le auto e i furgoni nuovi a partire dal 2035, il nostro governo, in un atto di incredibile arretratezza, intende trasformare l’Italia in un hub europeo del gas. L’Italia di Giorgia Meloni è diventata il centro della speculazione sul gas, con la Premier che sembra fare da sponda e restare a guardare, come dimostrato dalla rinuncia a far pagare la tassa su extraprofitti delle compagnie energetiche, perdendo così un ammontare di 8 miliardi e mezzo di euro. È la dimostrazione di una visione corta e dannosa, che accrescerà il ritardo del nostro Paese verso una transizione verde essenziale e urgente. Non possiamo e non dobbiamo continuare a sostenere le grandi compagnie Oil&Gas, arricchendo le loro casse e ignorando che le energie rinnovabili sono l’unica vera risposta alla crisi climatica, ma anche un modo per alleviare la pressione economica sulle famiglie italiane. È ora che il governo la smetta di tradire il Paese e riconosca che non possiamo risolvere i problemi di domani con le soluzioni di ieri”, conclude Bonelli.
IL CODACONS ANNUNCIA UN ESPOSTO A 104 PROCURE SU RINCARI
Sulla questione dei rincari dei carburanti, il Codacons annuncia per i prossimi giorni un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia e ai comandi regionali della Guardia di Finanza. “Chiediamo alla magistratura di intervenire sui rincari che si registrano in occasione delle partenze degli italiani, aprendo una indagine tesa a verificare la possibile fattispecie di aggiotaggio – afferma il presidente Carlo Rienzi – Vogliamo capire quale sia la causa dei repentini aumenti dei listini alla pompa e se vi siano possibili manovre speculative finalizzate ad alzare i prezzi in occasione degli spostamenti dei cittadini”. “Ai comandi regionali della Guardia di Finanza chiediamo di effettuare controlli e sequestri presso gli impianti che vendono la BENZINA in modalità self oltre i 2 euro al litro, acquisendo le bolle di acquisto e tutta la documentazione utile a capire la definizione dei prezzi”, conclude Rienzi.