Il fenomeno del consumo di droghe è dilagante, non è una realtà esclusivamente thienese o veneta, ma per fortuna, il nostro territorio è dotato di una rete tra scuola, Comune e forze dell’ordine che non solo funziona, sta producendo buoni frutti, ma la Regione Veneto vuole persino esportarla come modello funzionante.
I dati non lasciano spazio ai dubbi: sono attualmente 800 le persone in carico al Serd dell’Altovicentino perchè dipendenti dalle sostanze stupefacenti. Non stiamo parlando di ‘consumatori di canne’ bensì di ‘vittime’ di una vita logorata dall’esigenza di ‘farsi’. Uomini e donne che sono finiti in un tunnel che ha devastato la loro esistenza, ma che per fortuna, hanno deciso di alzare la testa e di provare a ricominciare disintossicandosi.
Tra gli 800, ha detto la dirigente dell’Ulss 7 Alessandra Corò, che ieri ha preso parte alla tavola rotonda che si è tenuta al Comune di Thiene, su volere dell’assessore regionale Elena Donazzan e del sindaco Giovanni Battista Casarotto, vi sono 60 giovani, di età compresa tra i 15 ed i 20 anni. Sono loro che allarmano, sono loro che hanno stimolato il tavolo di confronto di ieri, con la rappresentanza delle scuole cittadine in prima fila, amministratori arrivati anche da Schio (c’erano anche l’assessore Marigo ed il vicesindaco Polga) , referenti dell’Ulss e delle forze dell’ordine.
Il Comune di Thiene in prima fila
‘E’ stato un incontro molto costruttivo – ha continuato Samperi – sono emersi degli spaccati che vanno urgentemente analizzati affinchè si lavori a scopo preventivo, ma in maniera veramente efficace. I tecnici convocati in Comune, ad esempio, hanno parlato di una sorta di inconsapevolezza da parte di giovani e adulti della pericolosità della droga. I ragazzi iniziano da giovanissimi per emulare il compagno. La droga rappresenta una sorta di strumento per sentirsi parte di un gruppo e pur di entrare a fare parte di questa ‘cellula’, è necessario fare come tutti gli altri. Abbiamo quindi concordato tutti sulla necessità di entrare nelle scuole per illustrare ai ragazzi i pericoli della droga. Di spaventarli per scoraggiarli ad iniziare . Abbiamo pensato di farlo attraverso l’esperienza di chi si è visto rovinare la vita dalla droga, che ha iniziato a consumare, inconsapevole che poi sarebbe finito in un vortice che condiziona te e la tua famiglia, la vita lavorativa e l’intera esistenza. Ex tossicodipendenti che ce l’hanno fatta o che stanno lavorando per riabilitarsi ad una vita normale potrebbero entrare negli istituti superiori per convincere i ragazzi a non sottovalutare quella tentazione a cui si cede con troppa facilità. Forse – ha commentato Samperi – sentire dai diretti interessati l’esperienza drammatica può essere più incisivo di un uomo in divisa che appare come un ‘predicatore noioso’. Il capitano dei Carabinieri Davide Rossetti ieri, ci ha detto come gli studenti ai quali si rivolge durante i suoi incontri nelle scuole per parlare di stupefacenti, rimangano colpiti da immagini e racconti di esperienze vissute da tossici che hanno anche perso la vita. Perchè la droga può portarti alla morte e questo deve essere chiaro. Bisogna quindi elaborare una comunicazione strategica con gli adolescenti perchè il messaggio sia chiaro’
Le proposte del Comandante della Polizia Locale e la legge che non aiuta
‘Abbiamo pensato di proporre ai ragazzi delle scuole un test anonimo, una sorta di questionario, dove i ragazzi potranno esprimersi liberamente e farci capire la portata del fenomeno che li attenta in giovane età. Un quiz, che grazie all’anonimato, potrà servirci ad avere il polso di una situazione, che più chiara diventa, più è possibile combattere’. La proposta è del comandante della Polizia Locale Giovanni Scarpellini, che sulla lotta a quanto ruota intorno al mondo degli stupefacenti , si è beccato pure una paradossale critica di chi ha giudicato ‘invadente’ la presenza del cane antidroga Rocky nelle scuole scledensi. Eppure, se poi, si è arrivati ai ‘venditori ‘, è stato spesso, proprio grazie alle osservazioni sulle scuole.
L’Altovicentino, realtà da imitare
Ma l’attenzione deve essere anche delle famiglie, che non devono perdere di vista i loro ragazzi, scrutando, parlando e denunciando quando è il caso di agire. Un giovane segnalato alla prefettura per quella che per qualcuno può apparire una ‘semplice canna’, può essere la punta di un iceberg. Fermare un 14enne con pochi grammi di marijuana può fermare un potenziale tossicodipendente, che dopo aver provato ‘l’erba’, vorrà sensazioni sempre più forti e passerà alla cocaina, poi all’eroina, per finire in una trappola che potrà condurlo fino alla morte. E’ la storia di tanti ragazzi che non ce l’hanno fatta e che se forse, fossero stati fermati con il classico ‘spinello’, sarebbero ancora vivi.
Natalia Bandiera