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Giovani sempre più in prima linea per l’ambiente. Plastic Free: ecco come vorrebbero la scuola

Una scuola sempre più in chiave ecologica, attenta all’ambiente e alla sostenibilità, con spazi più vivibili dotati sempre più di raccoglitori per la differenziata, pannelli fotovoltaici ed impianti dei bagni e per il riscaldamento funzionanti. Senza dimenticare un’attenzione per la mobilità autonoma e sostenibile e per quella casa-scuola a partire da un miglioramento del trasporto pubblico, dalla sicurezza nell’accesso agli istituti e da un maggior numero di piste ciclabili. È quanto chiedono in sintesi 2102 studenti fra gli 11 e i 19 anni che, interpellati da Legambiente, hanno risposto al questionario ‘La scuola del futuro’ redatto dall’associazione ambientalista. Obiettivo dell’indagine è quello di capire il punto di vista dei ragazzi rispetto a una trasformazione sostenibile della scuola e della comunità scolastica: il quadro complessivo che emerge dimostra come questa generazione sia ormai sempre di più in prima linea per l’ambiente, consapevole anche dell’importanza che gli spazi scolastici rivestono in termini di relazioni e socializzazioni anche alla luce dei lockdown e dei lunghi periodi di Dad dovuti alla crisi pandemica. Risultati importanti che Legambiente presenta oggi in vista del primo suono della campanella per indicare la road map della scuola della transizione ecologica tracciata da oltre duemila studenti e lanciare, così, un messaggio chiaro e diretto al Governo e al ministero dell’Istruzione. Per l’associazione ambientalista su questo fronte c’è ancora molto da fare, come dimostra ogni anno anche la fotografia scattata dal report Ecosistema Scuola. Per questo occorrono in primis un maggior efficientamento energetico degli edifici e uno sviluppo delle comunità energetiche nelle scuole, l’istituzione di strade scolastiche, piste ciclabili, pedibus per una mobilità autonoma e in sicurezza, l’apertura delle scuole nel pomeriggio, soprattutto nelle periferie sociali, per lo svolgimento di attività sportive, culturali e ricreative. Ed ancora occorre trasformare le scuole in ambienti plastic free, avviare dei processi di rigenerazione per la messa a disposizione nelle scuole di spazi verdi attrezzati per la didattica, lo sport e la cultura, ridurre il numero degli alunni per classe. Richieste che non arrivano solo dall’associazione ambientalista, ma anche da chi vive ogni giorno la scuola a partire proprio dagli alunni.

‘I ragazzi- dichiara Claudia Cappelletti, responsabile scuola di Legambiente- chiedono che la scuola venga innovata e diventi soggetto promotore di una cultura della sostenibilità e oggetto di azioni di sostenibilità non più rimandabili. I risultati che abbiamo raccolto indicano a nostro avviso la direzione verso la quale andare in termini di transizione ecologica a partire anche dal mondo della scuola. Una direzione che deve coincidere con iniziative strutturali di benessere e sicurezza degli studenti, con un potenziamento della scuola come luogo di inclusione. Per questo oggi rilanciamo anche alcune richieste, in primis quelle a partire dall’efficientamento degli istituti scolastici, su cui orientare gli ingenti investimenti europei dei prossimi anni. L’edilizia scolastica e i servizi che girano intorno all’ecosistema scuola devono essere ripensati in una dimensione di sostenibilità ambientale e sociale, perché sono le gambe su cui poggerà la possibilità di successo ed efficacia della transizione ecologica, che ha fra i suoi obiettivi principali il superamento della povertà educativa’.

I RISULTATI DEL SONDAGGIO

Rispetto a come desidera sia migliorata la vivibilità del proprio spazio classe, uno studente su due pone il problema del comfort climatico: non sorprende visto che ancora il 72,2% degli edifici scolastici è nelle ultime tre classi energetiche (E, F, G) e che solo il 7,5% si trova nelle prime due classi energetiche. Ma anche la tecnologia, messa sempre al centro di un nuovo modello di scuola, non è vista come adeguata: lo dichiara più del 40% dei ragazzi, così come quasi il 39% denuncia arredi vetusti e poco funzionali che andrebbero cambiati. A proposito di vivibilità, anche se una percentuale sotto al 20% chiede classi più colorate, spaziose, arieggiate e luminose, non è da sottovalutare il dato di più del 10% di studenti che chiede classi meno rumorose: un parametro quello dell’inquinamento acustico spesso del tutto sottovalutato. Dalle risposte libere date dagli studenti emerge, invece, una forte richiesta di migliorare le relazioni interpersonali e in genere il clima relazionale e la capacità di inclusione della classe: classi più gentili, educate, unite e accoglienti con tutti. I ragazzi chiedono anche che nella scuola siano presenti altri spazi per socializzare, usufruire della cultura e stare all’aria aperta. Spazi che in questi mesi di pandemia sono stati al centro della riorganizzazione scolastica, ma che, come evidenzia il dossier Ecosistema Scuola, non sono analogamente presenti nelle scuole delle diverse aree del nostro Paese: mentre infatti al nord e al centro le scuole con giardini o aree verdi fruibili sono oltre l’80%, al sud sono il 36,2% e nelle isole solo il 17,7%. Non stupisce che quindi un ragazzo su due chieda spazi verdi esterni alla scuola per socializzare, fare attività sportiva all’aperto (c’è chi chiede anche la presenza di una piscina e di uno spazio per accudire gli animali) e per svolgere le attività educative, ma anche, seppure in una percentuale minore, spazi per fruire e fare cultura (il 24,8% una biblioteca e il 18,7% un auditorium). Un bisogno di cultura e creatività che gli studenti reclamano anche negli spazi della didattica e in aule-laboratorio preposte ad alcune discipline, da vivere attraverso una didattica più attiva e sperimentale: il 46,5% degli studenti chiede laboratori artistici (in alcune risposte individuali anche legati alla musica), il 40,3% laboratori tecnici, il 37,5% laboratori scientifici, il 35,7% linguistici e il 34,9% informatici. Ma gli spazi esterni sono per i ragazzi anche l’area cuscinetto fra la scuola e il quartiere/città e su questo hanno le idee ben chiare, chiedendo una mobilità autonoma a partire dall’infrastrutturazione di spazi esterni con rastrelliere per le biciclette, chieste da quasi il 50%, e parcheggi per motorini (44,8%). Nelle risposte aperte i ragazzi restituiscono una vera e propria idea di rigenerazione degli spazi esterni alla scuola, con panchine, orti, piste ciclabili, fontane, marciapiedi, aree parcheggio. La sostenibilità della mobilità casa-scuola, ancora oggi al centro del dibattito politico per il ritorno a scuola in sicurezza, è definita dagli studenti in una sorta di graduatoria delle priorità: miglioramento del trasporto pubblico per il 53,8%, sicurezza nell’accesso a scuola per il 45,7%, più piste ciclabili per il 21,8%. Su questo tema Legambiente ricorda che secondo i dati di Ecosistema Scuola il servizio di scuolabus dal 2010 al 2018 è passato dall’essere presente in quasi il 33% degli edifici ad uno scarso 23%, mentre le piste ciclabili interessano solo il 16,7% delle scuole. I ragazzi chiedono anche più sostenibilità, cambiamenti degli stili di vita e più attività extra scolastiche. Più del 45% chiede l’erogatore di acqua per abbattere l’uso della plastica e più del 29% i raccoglitori per la differenziata. Sono richiesti, però, anche maggiori servizi collettivi come distributore di cibi e bevande (44,2%), bar interno (41,7%), mensa (23,4%). Sempre di più la scuola sembra assumere per i ragazzi un valore di luogo aperto anche in orario extrascolastico, dove vivere l’apprendimento anche in maniera non formale e una socializzazione aperta anche ai territori. Metà degli studenti che hanno risposto al questionario chiedono che la scuola sia aperta di pomeriggio per attività sportive (tra le scuole con impianti una su due oggi risulta aperta in orario extrascolastico) e autogestione degli spazi per attività di studio, circa il 36% chiede attività di recupero degli apprendimenti con il supporto dei docenti, ma anche iniziative di volontariato (34,9%) e attività musicali (23,9%).