Cominciano a 11 anni dalla canna per arrivare al ‘buco’ quando sono 16enni. In Veneto crescono sempre più i baby assuntori, mentre calano gli operatori sociosanitari: “300 in 5 anni”.
Un bilancio allarmante che è emerso durante la giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Negli ultimi due anni il consumo di sostanze stupefacenti, nel solo Veneto, è aumentato di quattro volte tra gli adolescenti.
Dati denunciati dal Tavolo “un welfare per i minori” che si è tenuto a Padova, richiamando assistenti sociali, psicologi ed educatori professionali.
Giovani che si trovano sempre più a contatto con la droga, smerciata anche di fronte il cancello della scuola da quelli che il governatore Luca Zaia definisce “seminatori di morte” che cercano la propria clientela tra i minorenni. “Il massimo dell’aberrazione, per il quale è difficile trovare una pena sufficientemente severa”.
E proprio alla Regione il Tavolo si è rivolto, affinché ossigeni le casse del sistema sociosanitario. Chiesti 10milioni di euro, con finanziamento annuale, per un nuovo piano d’azione a tutela degli under 18.
In cinque anni, persi 300 operatori
“Ogni anno – ha spiegato al Corriere del Veneto Paolo Rigon, portavoce del Tavolo – in Veneto ci sono 150 mila donne che si rivolgono ai consultori, 55 mila minori seguiti dai servizi di neuropsichiatria e migliaia di persone in cura al Sert. Purtroppo molte prestazioni previste dal piano sociosanitario della Regione non vengono erogate, così come non viene rispettato il numero minimo di consultori per abitanti e gli standard minimi di personale”.
di Redazione AltovicentinOnline