“Guardando oggi la ridente e operosa Longarone, e le altre comunità dell’area pare impossibile che, 58 anni fa, il 9 ottobre del 1963 tutto, comprese quasi duemila persone, fu spazzato via da una delle più grandi tragedie della storia del Veneto e delle sue montagne. Montagne d’acqua seminarono in pochi secondi lutti e distruzione. Da quel giorno, il nome Vajont è e resterà sempre nei nostri cuori, nella memoria collettiva, nei libri di storia. Anche quest’anno, ancora una volta, rivolgiamo alle vittime e alle loro famiglie un deferente ricordo, ai soccorritori un grazie colmo di gratitudine, a chi seppe rimboccarsi le maniche e ricostruire, ammirazione totale”.
Con queste parole, il Presidente della Regione ricorda la catastrofe del Vajont nel 58° anniversario di una tragedia che sconvolse il Veneto e l’Italia intera.
“Piano piano la lezione sembra entrare nel comune sentire dice il Presidente del Veneto – in un momento storico come questo, in cui sembra unanime l’esigenza di una maggiore sensibilità nel rispetto del pianeta e la tragedia del Vajont rimane un monito affinché l’indispensabile sfruttamento della natura sia sempre equilibrato, in condizioni di sostenibilità per il territorio e di sicurezza per la comunità. Ciò vale in primis per le Istituzioni chiamate a programmare e realizzare le infrastrutture necessarie allo sviluppo. Si continui a operare, ma lo si faccia con un approccio diverso, totalmente ecocompatibile, anche se questo può comportare studi impegnativi e, in qualche caso maggiori costi. Dobbiamo farlo, perché le nostre decisioni di oggi ricadranno poi sui nostri figli”.
L’ultimo pensiero del Governatore è per il volontariato: “Forse per la prima volta, cinquantotto anni fa arrivarono a Longarone volontari da tutto il Veneto e anche da altre regioni. Affiancarono gli Alpini, i Vigili del Fuoco, le Forze dell’Ordine e gli altri uomini delle istituzioni in quei giorni terribili. A tutti loro va un ricordo di gratitudine come a coloro che oggi ne continuano l’impegno in quel vero esercito di solidarietà che è la Protezione Civile”.