Personale ridotto, servizio di consegna peggiorato, maggiore attenzione all’aspetto commerciale rispetto alla ‘mission’ di servizio pubblico che dovrebbe essere quella delle Poste, e non ultima la difficoltà di trovare nuovi portalettere sul territorio. Per Udicon i problemi che sta attraversando Poste italiane partono da lontano e non sorprendono. “Non ci meraviglia che ci siano dei problemi- afferma infatti Vincenzo Paldino, presidente dell’associazione- sono anni che denunciamo per quanto riguarda i servizi postali”.
“LE POSTE HANNO TRADITO LA LORO MISSION”
In particolare “c’è un problema che riguarda i lavoratori, con orari ridotti dell’apertura delle poste, più straordinari degli operatori, per cui è più facile che con tante ore di lavoro si facciano errori, che poi si ripercuote su cittadini e consumatori”. Secondo Paldino, l’origine del problema risiede nel fatto che l’azienda “si è distratta troppo” nei servizi commerciali, come quelli bancari e di telefonia, e invece “hanno smesso di dare attenzione alla loro mission, che è quella di dare attenzione al servizio pubblico ai cittadini su corrispondenza e canali tradizionali delle poste”. Così, “si è incrinato il rapporto di fiducia tra il cittadino e le Poste. Succede che vediamo le liti agli uffici postali, per la fila per tante cose. Si riceve su appuntamento ma ci sono le file… Ci sono persone che per tanti motivi non riescono a fare operazioni online e dobbiamo garantirgli il servizio”, prosegue Paldino .
Cosa si potrebbe fare dunque? Sicuramente “migliorare la consegna e suddividere l’aspetto commerciale da quello di gestione di un servizio pubblico essenziale, perché le due cose si stanno un po’ fondendo, anzi si sono già fuse”, creando “un certo deterioramento nella qualità del servizio”. Ma questo si può fare solo nel “medio-lungo periodo, “predisponendo selezioni, formando i giovani per questa tipologia di lavoro e distinguendo quello che è il servizio pubblico di Poste da quello commerciale”. Il problema, segnalato dalla stessa azienda di non riuscire a trovare portalettere, in particolare nel territorio emiliano-romagnolo, si può risolvere solo così, perché “ci vuole il tempo di formare le persone, non si può fare nell’immediato, ecco qual è la vera difficoltà”.
LA RACCOMANDATA 1 E I TEMPI CHE SI ALLUNGANO
Inoltre, aggiunge Paldino, bisognerebbe correggere alcune storture non-sense in cui capita di imbattersi. A questo proposito cita l’esempio del servizio della ‘raccomandata 1’, consegnata il giorno dopo al cittadino. “Se non sono in casa mi viene lasciato l’avviso, ma posso andarla a prendere solo tre, quattro, cinque giorni dopo averlo ricevuto. Ma si paga per riceverlo il giorno successivo, non tre, quattro o cinque giorni dopo. Qual è il senso logico di questa cosa?”, si chiede il presidente Udicon.