del direttore Nicola Perrone
Mancano 5 mesi alle elezioni europee. C’è ancora tempo ma i partiti e i loro leader sono già sul piede di guerra. E valgono poco gli appelli del tipo ‘prima mi confronterò con gli alleati… prima di decidere se candidarmi sentirò…’ perché alle europee si vota col sistema proporzionale dove ogni forza politica si batterà fino all’ultimo per prendere un voto in più e lasciare indietro tutti gli altri. Saranno elezioni strane, soprattutto perché qui in Italia avranno poco di europeo ma tantissimo di casa nostra. Anche considerando che i leader che chiederanno i voti per un posto al Parlamento europeo già sanno che una volta eletti si dimetteranno.
Elezioni poco europee, tanto italiane, prima di tutto per la premier Giorgia Meloni che scenderà in campo perché fa parte della sua storia politica misurarsi sempre con il consenso popolare. Decisione che non piace affatto ai due vice alleati, Matteo Salvini e Antonio Tajani, che invece se ne staranno in panchina. Troppo alto il rischio di un risultato povero rispetto a Meloni che invece tutti i sondaggi danno col vento in poppa e confermano Fdi come prima forza politica italiana. E saranno un appuntamento fondamentale anche per Elly Schlein, la giovane segretaria del Pd che si gioca tutto e non può permettersi di arrivare seconda dopo il M5S di Giuseppe Conte. Una mano gliela ha data proprio Giorgia Meloni, quando alla conferenza stampa di inizio anno ha lanciato la sfida in tv incoronando proprio Schlein come sua diretta competitor, e snobbando il leader del M5S. Per Schlein la partita è anche quella di staccare il M5S, tra i Dem si punta al 23-24 per cento dei consensi con un M5S fermo al 14-15 per cento. Se così non andrà, se Conte dovesse riuscire nell’impresa e arrivare ad affiancare i Dem per la segretaria Schlein si metterebbe male con i capi corrente che immediatamente le presenterebbero il conto. E gli altri leader? Matteo Renzi, Carlo Calenda… forse alla fine troveranno un accordo a tempo per superare lo sbarramento del 4 per cento per poi subito dopo tornare a litigare.