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Studente che ruppe il naso al prof è riamesso a scuola: polemica sulle motivazioni della decisione

 

Lo studente di 16 anni dell’Istituto Professionale lombardo, responsabile dell’aggressione avvenuta lo scorso ottobre ai danni di un docente, potrà tornare a scuola. La decisione è stata presa dall’organo di garanzia regionale, collegato all’Ufficio Scolastico Regionale (Urp), che ha accolto il ricorso presentato dai genitori del ragazzo. Secondo l’organo di garanzia, l’espulsione definitiva avrebbe avuto un impatto troppo negativo sul percorso educativo del giovane, portando così alla revoca del provvedimento disciplinare.

Nel frattempo, il docente coinvolto nell’aggressione ha espresso l’intenzione di considerare la possibilità di lasciare la professione a causa dell’accaduto.

I fatti

L’incidente risale al primo giorno di scuola, quando il docente ha chiesto a uno studente di spegnere il cellulare. Insieme a un compagno, il ragazzo ha assunto un atteggiamento provocatorio, facendo degenerare la situazione. Il sedicenne ha aggredito l’insegnante, colpendolo al volto con un calcio che gli ha fratturato il naso. “Mi ha fatto cadere e mi ha preso a calci, uno mi ha rotto il naso” ha raccontato il docente, che, dopo l’incidente, aveva dichiarato di voler lasciare l’insegnamento, avendo anche una carriera alternativa come architetto.

Il Ministro dell’Istruzione, in occasione dell’evento, aveva ribadito l’importanza delle riforme sulla condotta scolastica, finalizzate a “ridare valore al comportamento degli studenti e a ripristinare il principio della responsabilità individuale”.

Motivazioni per la riammissione

La decisione di riammettere lo studente è stata presa sulla base della valutazione che allontanarlo definitivamente dalla scuola fosse una “punizione eccessiva”, considerando le difficoltà psicologiche certificate del giovane, che necessitano di un adeguato supporto. L’Organo di Garanzia regionale del Ministero dell’Istruzione, con sede in Lombardia, ha deciso quindi di annullare l’espulsione, anche se il ragazzo dovrà ancora rispondere di una denuncia per resistenza, lesioni e violenza a pubblico ufficiale.

Tra le motivazioni principali per l’annullamento del provvedimento disciplinare, ci sono presunti vizi procedurali, tra cui:

Le implicazioni della decisione

Nel frattempo, il ragazzo continua il suo percorso educativo a casa, seguito da un neuropsichiatra. Questo caso solleva interrogativi importanti sulla difficoltà di trovare un equilibrio tra la necessità di garantire la sicurezza nelle scuole e il diritto allo studio, soprattutto per un giovane con problematiche personali. La vicenda resta un tema di discussione, soprattutto in relazione al ruolo delle sanzioni scolastiche e al supporto necessario per i ragazzi in difficoltà.