E’ ora di mettere ordine tra le piste ciclabili spuntate nelle nostre città negli ultimi anni, intervenendo su quelle sorte in zone pericolose e con segnaletica non ortodossa, e anche sui nuovi mezzi della mobilità urbana, come gli amati e odiati monopattini E’ questa – in sostanza – l’intenzione di Matteo Salvini, alla guida del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Come è cambiato il traffico. La novità degli ultimi anni nei centri urbani è la proliferazione di bici e monopattini, una ‘invasione’ determinata dalle nuove modalità di spostamento degli italiani, che le hanno scelte in periodo di covid come alternativa ai mezzi pubblici, ritenuti a rischio contagio, ai mezzi a motore, auto in primis, per ragioni di costo visti i prezzi esorbitanti dei carburanti (per tacere delle difficoltà di parcheggio) e anche, perché no, per ragioni etiche legate a una maggiore sensibilità ambientale. Il fenomeno si diffuso con alterne fortune, possiamo dire, perché andare in bici a Ferrara o in monopattino a Copenhagen non è lo stesso che farlo a Roma, o a Milano. Di certo, poi, gli automobilisti italiani non hanno la gentilezza, comprensione e abitudine alla mobilità alternativa – e ai pedoni – dei loro omologhi danesi. Quindi ci sono state luci e ombre, e a volte anche problemi, e rischi, anche con esiti tragici a livello di incidenti dei quali sono stati responsabili a volte gli automobilisti e a volte gli utenti della cosiddetta ‘mobilità dolce’. Tutto ciò al netto della oggettiva pericolosità delle strade italiane per ciclisti e pedoni, come drammatici casi di cronaca ci ricordano sempre troppo spesso.
La mobilità dolce, appunto. Ecco quindi che oggi, in audizione alla commissione Ambiente (e transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica) del Senato Salvini ha denunciato la situazione per come la vede. Il MIT con lui alla guida pensa a un intervento sulle “nuove forme di mobilità anche mettendo mano al Codice della Strada da diversi punti di vista”, ha spiegato il ministro, perché “l’approccio alla mobilità dolce è stato a volte ideologico e non ha tenuto conto dello stato delle nostre strade, basti pensare a Roma, e del livello di incidentalità su alcune di esse”. Infatti “molti comuni hanno previsto la realizzazione di piste ciclabili in zone altamente pericolose” e “usando una segnaletica non prevista dalle norme”, in tal modo “mettendo in difficoltà ciclisti, automobilisti e anche la polizia municipale”, ha segnalato ai senatori.
Non una stretta, però. Sia chiaro, ha precisato Salvini, “noi siamo per la libertà in tutte le sue forme” ma “la sicurezza stradale va seriamente ripensata alla luce dei nuovi mezzi di mobilità urbana”, come i monopattini ad esempio, che “richiedono chiarezza e sistematicità nella normativa”. Quindi, ha ribadito il titolare del MIT alla camera, “il Codice della Strada dovrà e potrà essere rivisto”. Insomma, nelle intenzioni di Salvini monopattino selvaggio e ciclabile pericolosa hanno le ore contate.