Lo ha vessato in ogni modo e maniera. Atti di bullismo e continue minacce, pretendendo soldi e persino i gioielli della madre. Lo aveva ridotto come uno schiavo, rendendo quella che doveva essere la vita spensierata di un adolescente, un inferno. Vittima un giovane thienese, che dopo mesi da incubo, ha trovato la forza di raccontare di quella sudditanza psicologica prima al padre e poi alle forze dell’ordine. Con l’accusa di estorsione, la denuncia a piede libero è scattata per un ventenne slavo. Si tratta di B.M., residente a Isola Vicentina. La vittima ha solo sedici anni e non ce l’ha fatta più a reggere alle persecuzioni del suo aguzzino, che voleva continue somme di denaro. Dal mese di settembre, gli avrebbe spillato ben 500 euro e quando il sedicenne non è stato più in grado di dargli contanti, sarebbe stato costretto a rubare i gioielli della mamma per consegnarli allo slavo, che andava fino a scuola a minacciarlo.
A portare alla luce la drammatica storia è stato il padre. L’uomo si era accorto del cambiamento del figlio. Lo osservava dentro le quattro mura di casa. Da solare e pieno di entusiasmo per la vita, il suo ragazzo era diventato nervoso e ansioso. Impossibile parlargli chè scattava come una molla. Il genitore ad un certo punto, si è accorto che da casa sparivano soldi e oggetti di valore. Ecco perchè si è rivolto ai carabinieri per denunciare quanto stava accadendo, chiedendo aiuto alle forze dell’ordine perchè scoprissero cosa ci fosse dietro il cambiamento di un figlio che non riconosceva più.
Sono bastati un paio di giorni agli investigatori per scoprire cosa e chi c’era dietro. C’era un ventenne senza scrupoli che lo ricattava telefonicamente e personalmente. Uno spietato delinquente che lo pressava con minacce e rappresaglie.
Nella giornata di ieri, a casa dello slavo si sono presentati i militari che lo hanno condotto in caserma, notificandogli la denuncia a piede libero con l’accusa di estorsione.
Non è stato facile fare aprire il sedicenne thienese che all’inizio, ha negato di essere vittima del bullo. L’adolescente ha tentato di negare l’evidenza per quanto era terrorizzato dallo slavo che non perdeva occasione di ricordargli che non doveva aprire bocca con nessuno se voleva salvarsi la pelle.
N.B.