“Io intanto carico il fucile per ammazzarla”. Non bastavano gli insulti insomma. Serviva, a quanto pare, anche la minaccia di una doppietta per dire che non la si pensa come Elena Donazzan.
Tutto parte dal profilo social dell’assessore regionale veneto, dove la Donazzan sostiene (e non da ora) la campagna contro l’utero in affitto, promossa da Provita Onlus e Generazione Famiglia.
Un tema che divide. Che dovrebbe smuovere le coscienze, portando ciascuna persona a pensarla come meglio crede. Basando il proprio pensiero su sensazioni e fatti propri, soggettivi ed oggettivi che siano.
Critiche ed insulti sono state scagliate contro la Donazzan sui vari social. Conosciuta per il suo linguaggio diretto, l’assessore di FI ha replicato: “A chi mi ha offeso: se non gradite il mio pensiero siete liberi di seguire qualcun altro – e ancora -Io non tollero i vostri turpiloqui e continuerò a cancellarli. A chi mi ha minacciato ditemi dove preferite incontrarmi. I codardi siete voi, non di certo io”.
Pieno l’appoggio dalla giunta regionale per il proprio assessore. E’ lo stesso governatore Zaia che si rivolge alla Donazzan: “La mia più totale solidarietà. In un mondo civile si rispettano le idee di tutti, altrimenti non ha senso parlare di democrazia e libero pensiero. Su questi temi -conclude Zaia – ognuno risponde alla sua coscienza. Si può condividere o no una posizione, ma l’offesa e la minaccia sono lo strumento più sbagliato. Inaccettabile, sempre e comunque”.
P.V.