“Dormivo in auto, parlavo solo con i call center dei recupero crediti che mi martellavano tutti i giorni”: Mario- come di fantasia- è un ex operaio metalmeccanico di 50 anni, residente in provincia di Bergamo: qualche anno fa aveva un lavoro, una compagna con cui voleva costruirsi una famiglia, per quello aveva contratto un mutuo che stava onorando. Poi qualcosa inizia ad andare storto, e va sempre peggio. La sua storia è quella di chi ad un certo punto vede crollare la sua vita e arriva a desiderare di farla finita. Per questo il suo caso è finito lo scorso dicembre davanti a un giudice che ha firmato il decreto per cancellare i suoi debiti da 101.000 euro. Una possibilità offerta da una legge del 2012, detta “salva suicidi”, con un precedente Vip nel caso dell’ex miss Italia Cristina Chiabotto (che di debiti ne aveva 2,5 milioni di euro).
Mario dopo anni di traversie e supporto dei servizi sociali del Comune di Lario, ha avuto la dritta giusta dal comandante della polizia locale di Treviolo che gli ha suggerito di ricorrere a Protezione sociale italiana, organismo di composizione della crisi attivo dal 2019 sul suo territorio.
L’INIZIO DELLA CRISI
Come spiega l’avvocato Pietro Aiello, che ha assistito Mario, la sua storia è più comune di quanto si pensi: da una vita ‘normale’ con un lavoro a tempo indeterminato, una relazione stabile con una ragazza, l’accensione di un mutuo per comprarsi una casa. Poi ha perso prima il lavoro, poi tutto il resto: “Quando poi le cose hanno iniziato ad andare male- spiega Aiello- è finito in crisi, ha rotto anche con i genitori, si è isolato e non è più riuscito a onorare il debito. L’abitazione è finita all’asta ma il ricavato non è stato sufficiente a ripagare gli impegni che aveva assunto”.
Segue la depressione, con annesse cure farmacologiche pesanti. Nonostante tutto trova un lavoro e concorda un piano per pagare i debiti, ‘resiste’ e assolve agli impegni per 20 mesi perché in ditta cala il lavoro e lui si ritrova di nuovo senza uno stipendio. Non riesce più a pagarsi l’affitto e finisce a vivere in auto per 149 giorni: un periodo in cui arriva a desiderare di farla finita e che termina solo quando i servizi sociali del suo comune gli trovano un alloggio. La vista della fine del tunnel arriva a inizio 2024 quando la sua vicenda arriva al comandante della polizia locale di Treviolo che lo consiglia di ricorrere all’organismo di composizione della crisi del suo territorio.
“MARIO VALUTATO COME DEBITORE MERITEVOLE”
Per Mario “si è capito- spiega il legale- che c’era la possibilità di ricorrere alla legge varata dal Governo Monti nel 2012”, a seguito di diversi suicidi di piccoli imprenditori disperati per i debiti contrati. La normativa infatti regola i casi in cui si può avviare una procedura che porti alla cancellazione di una una parte o anche di tutte le somme dovute. “Mario rientrava in quest’ultima fattispecie dell’esdebitamento del debitore incapiente”: con un reddito minimo e senza patrimonio era “un debitore meritevole perché non aveva contratto obbligazioni con dolo né commesso reati legati ad esse”. La procedura è stata aperta nel maggio 2023: il 50 enne ha solo una piccola pensione di invalidità per 500 euro al mese, il sostegno di un amico, la vecchia auto e la moto incidentata. Troppo poco per assolvere ai suoi debiti. Per 10 mesi non si hanno notizie, poi poco prima di Natale arriva la notizia dell’accoglimento della sua richiesta.
DAL 2019 IN PROVICIA DI BERGAMO ALTRI 200 “MARIO”
Solo in provincia di Bergamo sono centinaia le persone nelle stesse condizioni di Mario che si sono rivolte a Protezione sociale italiana che dal 2019 ha gestito circa 200 casi. “All’origine di molte delle loro storie c’è la perdita del lavoro, una crisi famigliare, un mutuo che non si riesce ad onorare o ludopatia- spiega infine Aiello- Fattori spesso che si combinano e portano al sovra indebitamento da cui non si riesce più a uscire”.