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La corsa inarrestabile dei monopattini, ma è difficile mettere le regole…

di Mattia Cecchini

Quanto è grande, o urgente se si preferisce, il ‘problema’ delle regole da dare ai monopattini in Italia (42.000 mezzi a disposizione in 30 città, solo per citare quelli in sharing)? Rischia di essere anche questo un ‘tormentone’. Su cui ci si avvita, si discute per un po’, e poi si rimane ad aspettare… Ma forse, appunto, non è un problema così grande, così urgente: questa è l’estate del dirompente green pass e dei roghi. E anche questi sono tormentoni. In fondo, l’esigenza di un green pass si era iniziata a intravedere nitidamente già quando, nei mesi scorsi, la Sardegna aveva stupito tutti entrando -per prima- in zona bianca: era l’avvisaglia di una ‘regola’ che presto o tardi (più prima che poi) sarebbe stata ineludibile per l’estate, poi ci si è arrivati come ci si è arrivati… E gli incendi, non sono forse anche questa una ricorrente emergenza (la Sardegna ogni anno vede bruciare oltre 2.700 ettari di bosco)? Ma i monopattini? L’allarme sulla loro pericolosità è relativamente ‘nuovo’. Eppure, come altri, rischia di apparire e sparire. Anzi, accelerare e frenare. Stop and go: un singhiozzo che, come nel gioco dell’oca, riparte e riporta sempre alla casella di partenza. E magari sarà un tormentone anche tra un anno. L’avvisaglia c’è. Ma sarebbe notevole se fosse -almeno questa- disinnescata in quattro e quattr’otto. Eppure…

Prendiamo Firenze: a febbraio 2021 scatta l’obbligo del casco in nome della sicurezza, fioccano anche un paio di multe, la Lega insorge e poi il Tar annulla l’ordinanza del sindaco. È materia del Parlamento, spiegano i giudici. Tocca a chi scrive il Codice della strada. E la Lega da Genova, sempre a febbraio, dopo due incidenti (uno mortale) invoca leggi ad hoc, proprio come fa il primo cittadino di Firenze. Cioè lo stesso sindaco che il 10 agosto, dopo 4 decessi in Italia da inizio anno (l’ultimo a Firenze), si trova a dover dire che gli tocca lanciare una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare se Governo e Parlamento non sfornano una legge in tempi rapidissimi. Una proposta ci sarebbe, alla Camera in commissione Trasporti, per almeno imporre casco e limiti di velocità. Cioè le stesse cose che si chiedevano a febbraio… E si torna alla casella di partenza: è un problema grande, urgente? O basta poco, in fondo?

Alla fine diventa un altro dei tormentoni estivi. Perchè se a Firenze sono stufi di aspettare a Reggio Emilia avvertono: multe per usi impropri sì, ma occhio a imporre casco e targa ai monopattini perché si rischia di disincentivare l’uso di un mezzo che piace e può dare una grossa mano a ridurre il traffico auto e quindi lo smog “e francamente, oggi, nel bel mezzo di una crisi climatica senza precedenti, penso proprio che non ce lo possiamo permettere”, ammonisce l’assessore reggiano alla Mobilità. E lo dice nella stessa Emilia-Romagna in cui assicurazione, frecce, casco e targa obbligatori anche per i monopattini elettrici li esige la Regione appellandosi a Roma. E nelle stesse ore il presidente della Toscana promette una legge “ormai imprescindibile” che, di fronte “all’uso e abuso di monopattini”, in virtù dei ‘poteri’ regionali su sanità e polizia locale, imponga almeno il casco. È un’altra promessa…

Chi arriva primo? Pressano tutti, dal Pd a Fdi, a Coraggio Italia. Il Codacons dice di aver diffidato il ministero della Mobilità sostenibile a imporre il casco. Quello stesso ministero che a luglio ha incontrato le aziende dello sharing per parlare di targhe, limiti di velocità e età per guidare i monopattini, varando un lavoro “che dovrà condurre in tempi brevi ad una regolazione dell’uso dei monopattini elettrici”: ha chiesto proposte su questo per arrivare a “regole equilibrate” che non disincentivino il mezzo e non li facciano andare nemmeno troppo lenti perchè anche questo crea rischi (intanto a Ferrara i monopattini in sharing sono già smart: sanno ‘capire’ da soli le zone in cui devono andare a 6 km/h).

E ci risiamo, si sposta un po’ più il là il traguardo. Con il rischio però di arrivare a sfiorarlo ogni volta. Il tavolo c’è, ma aspetta le proposte… la proposta c’è ma è in commissione… la politica lancia allarmi a ripetizione: lo ha fatto a febbraio, lo ripetuto ad aprile, a giugno, a luglio… Una parabola simile c’è stata per i riders: contratto sì, contratto no, poi ci ha pensato un giudice. E qui? Chi arriva in fondo?

È un problema sentito in realtà dalle città (Milano -ha contato 562 incidenti in 14 mesi- Firenze, Genova… le grandi città) e si sprecano corsi per imparare a guidare i monopattini e campagne di sensibilizzazione. Ma l’estate sta finendo e la ripresa rischia di fagocitare anche questo ‘tormentino’: ci sarà da gestire il Pnrr, si tornerà a votare… Quanto spazio e tempo avrà la riscrittura del Codice della strada per questi mezzi che ormai sembrano ‘inarrestabili’. Forse poca.

Eppure potrebbe essere la prova per dire che fare presto e bene si può; senza farsi tirare per la giacca dagli allarmi, dagli incidenti e dalle dichiarazioni (spesso) pronta cassa che seguono… Una burocrazia ‘agile’ e ‘intelligente’ come i monopattini di Ferrara si può? Se è una questione di sicurezza e di salute (e il Covid ha detto come sia efficace agire in fretta quando ci sono di mezzo queste due variabili) e non di mercato, allora…

Allora, sarebbe originale accorgersi che in fretta si scrive quella norma di buonsenso che in fondo si chiede da mesi e si chiude il capitolo, prima che diventi l’argomento-tormentino ‘buono’, nel senso di riempitivo, anche tra un anno.

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