‘Sui Merdidionali mi sono sbagliato, li conoscevo poco’. Poi, si fa fotografare mezzo nudo su Oggi e ironizza come i leghisti non hanno mai saputo fare in passato, sui ‘due di picche’ presi da ragazzo mentre ora, le donne gli fanno mille avance su facebook. Un pensiero che quasi stride con il motto patetico del Carroccio: ‘Io ce l’ho duro’. E oggi, i sondaggi parlano chiaro. Matteo Salvini piace: con il 12,5 ha addirittura raggiunto Forza Italia. Piace talmente tanto che sulla sua pagina facebook, i like appartengono a quelli che per decenni sono stati definiti ‘terroni’.
Quelli che ‘non hanno voglia di lavorare, quelli che salgono al Nord per rubare il lavoro e che spesso, puzzano.Quei meridionali mafiosi e ladri ora fanno il tifo per chi li ha denigrati a lungo, mettendo da parte il loro marcato orgoglio.
Una Lega, quella di Salvini, che stentiamo a riconoscere. Il segretario che piace anche alla stampa, che in questi giorni gli dedica titoloni in prima pagina, sembra voler ripartire sotto la guida del giovane Matteo, che probabilmente, ha quella marcia in più che i suoi predecessori non avevano: sempre trincerati in quel finto rigore morale, sempre pronti ad additare gli altri esaltando se stessi. Sempre pronti a urlare con populismo: ‘Prima il Nord’, come se il resto d’Italia fosse feccia.
Salvini è un giovane preparato che raramente scade in concetti amorali che spesso abbiamo sentito pronunciare a sui compagni di partito che pur di accaparrarsi il consenso del ‘popolino’, hanno rasentato il razzismo. Salvini sta modernizzando il partito partendo da quella capacità di comunicazione fondamentale per chi fa politica e a differenza di molti seduti in poltrona a Roma, Salvini sa farsi valere nei dibattiti nazionali conquistando le folle anche fuori dei soliti confini lombardi e veneti.Salvini, che in questi giorni troviamo ‘desnudo’ sul noto settimanale Oggi che lo immortala a petto nudo come mai Bossi o Maroni si sarebbero fatti fotografare ha un altro merito. Nel suo urlo di protesta, a differenza di molti altri, sa offrire una proposta.
E con lui, i leghisti che sono rimasti fedeli al colore verde mela del Carroccio tornano a sperare che il partito possa ritornare a splendere sotto i colori de tricolore, questa volta.‘La critica rimane, anzi è ancora più dura, sui politici del Sud – ha detto ieri in diretta su Rtl Salvini – Ma lì c’è anche tanta energia positiva, gente che vuole solo lavorare in pace. E ne ha piene le scatole di falsi invalidi, forestali inutili e pizzo alla camorra. Il Sud va salvato dalla sua classe dirigente’.
Ma cosa pensano di Salvini i ‘leghisti di casa nostra’?
Filippo Busin, deputato thienese, il giorno dopo il clamoroso risultato della Lega in Emilia: ‘Un successo positivo oltre le aspettative, beneaugurante per le regionali in Veneto. È un forte segnale – aggiunge Busin – dell’inizio della crisi della politica renziana basata solo su promesse. La stessa sensazione si respira a Roma, dove Salvini si sta profilando come unica alternativa credibile a Renzi. Il problema sarà comunque riempire tutto il vuoto lasciato dal resto del centrodestra’.
Come rappresentante della Segreteria provinciale con delega alla Cultura e identità veneta Michele Pesavento vede il successo di Salvini come la vittoria della concretezza che il partito ha sempre perseguito. ‘Salvini ha ottenuto questo splendido risultato grazie ai messaggi chiari che ha saputo dare alla gente. Mentre gli altri parlano il politichese, Salvini ha portato avanti pochi temi ma chiari, tra i quali la raccolta firme contro la legge Fornero e la battaglia contro quella che chiamo ‘eurocrazia’. Siamo governati da una ‘Europa sovietica’ che deve lasciare il posto all’Europa dei popoli, che trovi una sua vera identità’.
Il sindaco di Posina Andrea Cecchellero, che nel 2015 sarà impegnato anche con le elezioni comunali, al di là dell’ovvia soddisfazione per il risultato non nasconde il timore che la Lega ‘non si faccia male da sola’. E precisa: ‘Ora che il treno è in corsa, che le cose per noi stanno andando bene, cerchiamo di non lasciarcelo scappare a causa di beghe interne tra salviniani e tosiani che non hanno alcun senso. Adesso che abbiamo trovato un punto di aggregazione – conclude Cecchellero – una persona come Salvini che crea consensi, che è popolare e piace, non litighiamo tra noi. Non dimentico che l’obiettivo principale è solo uno, e resta l’indipendenza del Veneto, delle regioni del Nord, della Padania’.
Anche per gli ex consiglieri provinciali leghisti il risultato è decisamente oltre ogni più rosea previsione.
Maurizio Colman non ha dubbi: ‘La Lega consegue in questa tornata elettorale un risultato storico. Non riconoscere questo significa non riconoscere la realtà. Si è concretizzata la leadership a livello nazionale di Matteo Salvini ottenuta portando avanti messaggi chiari e che sono insiti nel DNA del nostro partito. Parlare e fornire soluzioni concrete su temi come sicurezza e lavoro, come tentano di fare i sindaci del nostro Movimento, è risultata l’arma vincente. Personalmente penso che con questo importante risultato si è creato un nuovo dualismo che supera lo stantio ‘destra contro sinistra’ e propone concretezza e capacità in antitesi a chiacchiere e buoni sentimenti’.
Anche a Massimo Zerbo, che alcuni mesi fa per protesta contro i vertici del partito decise di non rinnovare più la tessera di militante, non manca una visione oltre le prossime Regionali quando dice di essere comunque contento che ‘un partito territoriale come la Lega si sia sdoganato diventando un partito nazionale’. E spiega: ‘La Lega si è allontanata in un certo senso dal meridionalismo esasperato dei primi anni, e questo un poco mi dispiace, perché questo risultato è antitetico al progetto di secessione e autonomia che il Veneto persegue da sempre. Se è vero che Salvini sarà il futuro candidato Premier in alternativa a Renzi alle prossime elezioni nazionali, è chiaro che non può essere il portatore del nostro progetto di indipendenza. Questo senza polemica, io come tutti i leghisti stimo Salvini per le sue capacità. Faccio solo una lettura dei fatti asettica e serena’.
Natalia Bandiera
ha collaborato Marta Boriero
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