“Il sesso che mi è stato assegnato alla nascita era una merce che è stata comprata e pagata”. In un post sui social Vivian Wilson accusa il padre (ripudiato). E non un padre qualunque ma il n. 2 degli Stati Uniti, il braccio destro di Donald Trump e patron di Space X e Tesla: Elon Musk. Il magnate, infatti, avrebbe, con la fecondazione in vitro, pagato per selezionare il sesso del nascituro e garantire la nascita di figli maschi.

“Tutto questo schifo è legale”, scrive la ragazza e sottolinea: “Fin da quando ero bambina stavo andando contro il prodotto che era stato venduto. Quell’aspettativa di mascolinità a cui ho dovuto ribellarmi per tutta la vita era una transazione monetaria”.
Vivian è nata nel 2004 dal primo matrimonio di Musk con la scrittrice canadese Justine Wilson. Alla nascita era un maschio e fu chiamato Xavier, ha un gemello di nome Griffin. A 18 anni compiuti, nel 2002, ha iniziato il percorso legale e medico per cambiare genere, oltre che nome: oggi si chiama appunto Vivian Jenna Wilson. Via anche il cognome del padre, visto che Vivian non vuole più avere niente a che fare con Musk: “Non vivo più con il mio padre biologico e non desidero più essere imparentata con lui in alcun modo, forma o aspetto”.