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Assalti ai supermercati e file ai distributori, la psicosi tra i consumatori per la guerra e le fake news

Gli aumenti ormai quasi quotidiani di tutte le materie prime e gli scioperi previsti nel settore dell’autotrasporto sono alla base di una psicosi che si registra ormai in diverse regioni. Da Nord a Sud, infatti, è scattata nuovamente la corsa, in alcuni casi un vero e proprio assalto, a supermercati e stazioni di rifornimento.

Il nuovo ‘allarme’ tra la popolazione ha motivazioni diverse: da una parte la preoccupazione per l’annunciato blocco degli autotrasportatori, con una prima giornata di sciopero in programma per lunedì 14 marzo; dall’altra l’incubo che la guerra in atto in Ucraina possa porre limitazioni all’arrivo di alcuni prodotti.

Tutto questo incide poi su una terza motivazione, ancora più sentita dagli utenti, il vertiginoso aumento dei prezzi al consumo.

Le segnalazioni di una vera e propria psicosi si moltiplicano in diverse regioni.  E’ toccato alla Sardegna, ma situazioni analoghe si registrano a macchia di leopardo in tutta Italia. Tra i beni difficili da trovare c’è innanzitutto il pellet, necessario per alimentare stufe e caldaie. Questo prodotto ha una distribuzione che proviene da diversi Paesi, ma in effetti c’è un collegamento con i mancati arrivi dall’Europa dell’Est a causa della guerra.

Situazione simile per l’olio di semi: molte catene di supermercati hanno imposto un limite per l’acquisto di questo prodotto, fissando un tetto di due bottiglie a persona. Anche in questo caso, l’Ucraina è uno dei maggiori fornitori per l’olio di semi di girasole che troviamo nei nostri supermercati. Eppure, dalle stesse catene della grande distribuzione trapela fiducia e le scorte sembrano non mancare almeno per alcuni giorni. Rassicurazioni che, evidentemente, non sono bastate per bloccare la corsa alla spesa.

Ad incidere notevolmente su questo fenomeno c’è anche il continuo aumento dei prezzi. I prodotti di prima necessità hanno evidenziato aumenti fino al 100% per la farina, ad esempio, ma a preoccupare molto i consumatori sono i prezzi di carburante, energia elettrica e gas. Questo ha spinto molti utenti a mettersi in fila davanti alle stazioni di servizio.

In Calabria e Puglia, ad esempio, sono molte quelle che hanno esposto cartelli con “carburante esaurito”, ma anche in questo caso le segnalazioni riguardano tutta Italia. Il caso Sardegna: oltre tremila chilogrammi di pasta sono stati venduti in meno di otto ore nei due punti vendita Conad di Alghero (Sassari).

È uno degli effetti della psicosi da scorte che dal 9 marzo sera ha investito l’isola. Farine, zucchero, caffé, pasta, cereali di ogni tipo, passata di pomodoro e acqua sono i beni di prima necessita’ spariti per primi dagli scaffali dei supermercati presi d’assalto per superare un paventato blocco dei trasporti.

L’annuncio dello sciopero degli autotrasportatori, previsto per lunedì prossimo, e una catena di messaggi whatsapp che invitava a fare scorte di beni di prima necessità e acqua, hanno scatenato il panico e creato file fuori dai supermercati.

Il gruppo Conad che gestisce i punti vendita di Alghero, Ittiri, nel Sassarese, Muravera e Villasimius nel Sud Sardegna, e Cabras (Oristano) ha registrato l’aumento delle vendite dei beni di prima necessità indistintamente da nord a sud dell’isola.

“Abbiamo tranquillizzato i nostri clienti”, spiegano all’AGI i titolari del gruppo Conad Medigest. “La situazione è sotto controllo, i prodotti ci sono e ci hanno assicurato che le merci verso la Sardegna continueranno a viaggiare. Le bufale che hanno girato via whatsapp hanno generato un traffico continuo all’interno del negozio. Come in lockdown, anche questa volta sono andati via principalmente beni di prima necessità e a lunga scadenza. Abbiamo richiamato del personale extra per sopperire e garantire l’ordine tra gli scaffali e laddove possibile il ripristino, ma con il negozio pieno non è stato possibile farlo in maniera completa e ordinata”.

 

L’assalto agli scaffali in poche ore, regolarmente registrato e postato su tutti i social, non ha fatto che confermare ciò che l’allarme lanciato dai messaggi whatsapp aveva innescato. “Il lievito di birra questa volta è stato sostituito dall’olio di semi perché dall’Ucraina hanno bloccato le esportazioni”, commentano i clienti in fila alla cassa.

Le foto incredule di coloro che per caso si trovavano al supermercato hanno generato altro panico: i beni scarseggiano davvero. In realtà, i magazzini hanno le scorte necessarie. “Non ci sono e non ci saranno problemi di mancanza di merce negli scaffali” rassicura sui social il gruppo di supermercati Isa.

“L’assalto in massa ha generato caos, perché le turnazioni sono organizzate e regolate su un flusso di clientela determinato in base ai giorni della settimana”, spiega un dipendente. “Una moltitudine di questo tipo non ci ha permesso logisticamente e in termini di tempo di ripristinare il prodotto negli scaffali come normalmente si fa a fine giornata”.

Lo sciopero degli autotrasportatori riguarda alcune sigle sindacali e l’adesione non è ancora totale, ma qualche disservizio potrebbe registrarsi almeno per i prodotti di largo consumo. Effetti che, almeno secondo quanto riferito dalle grandi catene di distribuzione di prodotti alimentari, non dovrebbero portare nell’immediato gravi conseguenze sull’approvvigionamento.

Preoccupazione è stata espressa, invece, dal Codacons: “Il blocco dell’autotrasporto avrà effetti diretti sulla collettività, sospendendo i rifornimenti di beni nel settore del commercio e portando ad una impennata dei listini al dettaglio nei negozi e nei supermercati. Una conseguenza inevitabile, considerato che l’85% della merce venduta in Italia viaggia su gomma, e un ulteriore danno per i consumatori, stremati al pari delle imprese dal caro-carburante”.