di Miclele Greco (La legge è uguale per tutti)
La polizia può sottoporre l’automobilista all’alcoltest senza bisogno di una motivazione e senza dover dimostrare la sussistenza di indizi dello stato di alterazione. Il conducente non può opporsi all’etilometro: diversamente risponde del reato di guida in stato di ebbrezza, con applicazione delle sanzioni più gravi (quelle per chi viene trovato con un tasso superiore a 1,5 gr/l). In questo articolo, analizzeremo una recente sentenza della Cassazione (n. 47324/2024) che chiarisce un aspetto importante del diritto alla nomina di un avvocato di fiducia in caso di rifiuto dell’alcoltest. Ma procediamo con ordine.
Rifiuto dell’alcoltest: le conseguenze
Rifiutarsi di sottoporsi all’alcoltest è un reato, punito con sanzioni severe:
- ammenda da 1.500 a 6.000 euro;
- arresto da 6 mesi a 1 anno;
- sospensione della patente da 1 a 2 anni;
- confisca del veicolo se di proprietà del conducente.
La Cassazione ritiene tuttavia applicabile il beneficio della particolare tenuità del fatto, se non si sono provocati incidenti e se la condotta di guida non era da giudicare pericolosa. In tale ipotesi vengono applicate solo le sanzioni amministrative e non anche quelle penali (ammenda e arresto).
Il diritto alla nomina di un avvocato
In generale, durante un accertamento come l’alcoltest, il conducente ha il diritto di farsi assistere da un difensore. Ciò è garantito dall’articolo 114 delle disposizioni di attuazione del Codice di procedura penale. A tal fine, la polizia deve comunicare all’automobilista la possibilità di nominare un proprio avvocato e di chiamarlo affinché questi intervenga.
Che succede se l’avvocato non risponde al telefono o non fa in tempo ad arrivare?
Consentire al conducente di nominare un difensore non significa però che la polizia debba necessariamente attendere il suo arrivo. Diversamente l’esito del test potrebbe essere pregiudicato: difatti, il decorso del tempo può far decrescere il tasso di alcol e falsare il risultato dell’alcoltest.
Dunque se il legale non fa in tempo ad arrivare o non risponde al telefono, gli agenti possono procedere alla verifica del tasso di alcol nel sangue del conducente ed elevare nei suoi confronti il verbale. Ecco perché è sempre meglio nominare, come proprio difensore, un soggetto facilmente reperibile e non troppo distante dal posto di controllo.
In caso di rifiuto dell’alcoltest ho diritto a nominare l’avvocato?
La Corte di Cassazione ha precisato che l’avviso alla nomina di un difensore non si applica in caso di rifiuto dell’alcoltest. In altri termini, se il conducente non intende sottostare all’esecuzione dell’etilometro, la polizia non deve fornire l’avviso della possibilità di farsi assistere da un avvocato.
Nel caso analizzato dalla Corte, una conducente coinvolta in un incidente stradale si era rifiutata di sottoporsi agli esami per verificare il tasso alcolemico. Il Tribunale l’aveva assolta, ritenendo che il rifiuto non fosse valido perché la polizia non l’aveva informata del diritto all’assistenza di un difensore.
I giudici supremi hanno però ribaltato la sentenza, chiarendo che l’obbligo di avviso del diritto al difensore non sussiste in caso di rifiuto dell’alcoltest.
Perché non è necessario l’avviso in caso di rifiuto?
La Cassazione ha spiegato che il diritto all’assistenza di un difensore è previsto per garantire che l’accertamento (l’alcoltest) sia condotto nel rispetto dei diritti della persona. Tuttavia, se il conducente si oppone a tale esame, il reato si considera già consumato nel momento stesso del rifiuto, e quindi l’avviso diventa superfluo.
L’avviso è obbligatorio solo quando la polizia richiede al conducente di effettuare l’alcoltest o ad altri esami per verificare lo stato di ebbrezza.
Cosa succede se la polizia non mi avvisa del diritto al difensore?
Se la polizia non ti avvisa e tu ti sottoponi all’alcoltest, i risultati potrebbero essere invalidati nel corso del processo penale.