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Riapre la Casa Museo di Giacomo Matteotti

Sarà una testimonianza della senatrice Liliana Segre ad accompagnare, insieme ad altre autorevoli voci, i visitatori che dal prossimo 10 giugno saranno accolti dalla Casa Museo di Giacomo Matteotti, riaperta a conclusione degli interventi di restauro dell’edificio e di completo riallestimento del percorso museale in esso proposto.

Questi interventi sono stati promossi e sostenuti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, d’intesa con la Regione del Veneto, il Comune di Fratta Polesine e l’Accademia dei Concordi di Rovigo, oggi proprietaria dello storico edificio, riconosciuto come Monumento Nazionale. Un finanziamento è stato assicurato anche dalla legge speciale votata dal Parlamento a sostegno delle iniziative per il Centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti.

La progettazione del nuovo volto della “Casa Museo Giacomo Matteotti” è stata affidata allo studio di architettura 120grammi, mentre il ripensamento e l’aggiornamento del percorso narrativo sono a cura di Luca Molinari Studio, team guidato dal professor Luca Molinari, ordinario di Teoria e Progettazione dell’Architettura presso la Seconda Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, con la supervisione storica del professor Giampaolo Romanato, presidente del Comitato Scientifico della Casa Museo e della Direttrice del medesimo Museo Maria Ludovica Mutterle.

“La casa è, per definizione, il luogo del privato e dell’intimità familiare”, sottolinea il professor Molinari. “Ma è anche il luogo dove nascono e prendono vita ideali che spesso guidano una intera esistenza. Come è accaduto al giovane Giacomo che, pur da un ambiente privilegiato, osservava la miseria, l’indigenza, la sopraffazione dominante in un territorio, il Polesine, tra i più poveri d’Italia, decidendo di adoperarsi per modificare uno stato di cose che non era disposto ad accettare. Di qui l’adesione all’ideale socialista e l’avvio di una vita d’impegno sociale e politico che lo conduce nel 1919 ad essere eletto alla Camera dei Deputati e nel ’22 alla carica di segretario del Partito Socialista Unitario, fino all’aperta opposizione a Mussolini, accusato di brogli elettorali e di scandali finanziari. Il regime rispose assassinando Matteotti”.

La Casa Museo prevede un percorso che inizia al piano terra, dalle stanze della quotidianità: la cucina, la sala da pranzo, lo studio-biblioteca. Accanto ai semplici mobili di casa, il nuovo progetto di allestimento svilupperà in questi ambienti il racconto del Polesine che Matteotti conobbe da ragazzo. Al primo piano, con le camere da letto, la biblioteca di famiglia, il pianoforte e lo spazio dedicato alla musica, rivivranno i legami e le passioni di una famiglia colta, capace di tessere importanti relazioni, pur da questo angolo di Polesine, anche in virtù di parentele illustri come quella con il baritono Titta Ruffo, cognato di Matteotti. Il potere evocativo delle testimonianze private, una volta saliti al secondo piano, farà posto alle immagini e alle voci della vicenda pubblica di Matteotti e all’eredità antifascista nel tempo presente, suo grande lascito morale e politico.

“Lo spazio della Casa Museo vuole offrirsi come un luogo di riflessione sul nostro Paese, rappresentato in uno dei momenti più critici della sua storia, e come una potente lettura del ruolo centrale di Giacomo Matteotti nella storia italiana contemporanea. Nel nuovo percorso un’attenzione particolare sarà riservata al giardino della casa, proposto come luogo di introduzione alla visita museale, ma anche come spazio di riflessione e approfondimento, perché il visitatore avrà la possibilità di fermarsi tra gli alberi a leggere libri e testi reperibili all’interno”. A indicarlo è ancora il curatore professor Molinari.

Idealmente il percorso si estende oltre il perimetro della Casa Museo, nel piccolo borgo di Fratta Polesine, incredibile scrigno di tesori d’arte e di bellezza. Sul fiume che lambisce il giardino di Casa Matteotti si specchiano ben tre ville storiche: Villa Badoer, capolavoro cinquecentesco del Palladio, Villa Avezzù, elegante dimora veneta, e la Villa dei Carbonari, dove si formò uno dei primi nuclei della Carboneria italiana. Una storia che attraversa i millenni, come è testimoniato dalla Necropoli di Frattesina, la più estesa d’Europa, e dai reperti conservati al Museo Archeologico Nazionale, ospitato da una delle barchesse di Villa Badoer.