Nel cuore dei boschi di Lusiana Conco, lungo la strada che conduce a Monte Corno, si trova una delle cavità carsiche più impressionanti e tristemente famose della nostra regione: il Buso della Spaluga. Questa voragine, che si apre in due ingressi distinti, è un’importante testimonianza storica, non solo per la sua maestosità naturale, ma anche per gli eventi tragici legati alle guerre che l’hanno vista protagonista.
Con un dislivello iniziale di ben 108 metri, il Buso della Spaluga si apre su un gigantesco salone sotterraneo che misura circa 90 per 30 metri. Il pavimento di questa enorme caverna è ricoperto da una quantità impressionante di resti animali, ma ciò che la rende davvero unica sono gli oggetti bellici risalenti alla Grande Guerra, come pistole, bombe e altri reperti, che giacciono ancora sparsi nel suo interno.
La voragine, che prosegue con una serie di dieci pozzi più piccoli, scende per un dislivello finale di 270 metri, e ha una storia che va ben oltre la sua straordinarietà geologica. Il Buso della Spaluga divenne tristemente noto soprattutto per due eventi drammatici che segnano la memoria collettiva del territorio.
Il primo episodio risale al 1918, quando un autocarro pieno di soldati precipitò nel baratro, cadendo dalla vicina strada che costeggia la voragine. Un fatto che sottolinea la pericolosità del luogo, la cui vicinanza alle arterie di comunicazione non impedì la tragedia.
Il secondo, e forse più oscuro, risale al 1945, quando la cavità venne utilizzata dai partigiani come una foiba. Durante gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, i prigionieri tedeschi catturati venivano condotti fino al bordo del Buso della Spaluga e, una volta giunti lì, venivano posti davanti a una scelta crudele: gettarsi nel vuoto, o tentare di saltare da un ciglio all’altro della voragine. Tuttavia, in entrambe le opzioni, la morte era praticamente certa: chi non riusciva a superare il salto veniva comunque fucilato e lanciato nella cavità, diventando parte di una drammatica pagina di storia locale.
Il Buso della Spaluga è un luogo che conserva ancora oggi il peso di questi eventi tragici, ma che rappresenta anche una testimonianza del legame profondo tra la natura carsica del nostro territorio e le vicende umane che vi si sono intrecciate. Un richiamo alla memoria che, attraverso la sua potenza naturale e storica, continua a restare impresso nella coscienza collettiva del nostro paese.
Lusiana, 25 aprile. Donazzan al ‘buso della Spaluga’: “Per quei morti ignorati” – AltoVicentinOnline
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