Quante volte ci sentiamo raccontare fatti o situazioni di un’ovvietà assurda? Sono i casi in cui si può dare del lapalissiano a chi afferma una cosa scontata, esempio “l’acqua è bagnata”.

In punta di lingua arriva quindi lapalissiano, che da un nome a tutto ciò che è scontato, palese o evidente.

“Hai detto una cosa talmente lapalissiana, che potevi anche risparmiarti il fiato”. Un vocabolo che può essere usato anche con assoluta ironia, per spiazzare l’interlocutore che vorrebbe propinarci affermazioni o ragionamenti dalle conclusioni scontate.

origine
Lapalissiano è un aggettivo, che deriva dal nome del capitano francese Jacques de Chabannes signore de La Palice, con allusione ai versi cantati dai soldati dopo la sua morte nel corso della battaglia di Pavia (1525): “Un quart d’heure avant sa mort Il était encore en vie “un quarto d’ora prima di morire, era ancora vivo”.
Un necrologio in rima che venne preso per mano, in modo ironico, da Bernard de La Monnoye, avvocato, poeta, filologo e critico letterario francese, membro dell’Académie française, vissuto tra il diciassettesimo ed il diciottesimo secolo. Ma fu Edmond de Gouncourt, scrittore e critico letterario francese del diciannovesimo secolo, che diede vita al termine ‘lapalissade’ (in italiano lapalissiano).

P.V.

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