L’esame del campo visivo misura l’area visiva percepita dall’occhio quando si fissa un punto. Quando subentra un difetto visivo o insorge una patologia che interferisce con la vista si può verificare la perdita di parte del campo visivo, che si distingue dalla cecità.
Abbiamo rivolto alcune domande alla Dott.ssa Guidolin Francesca, Medico Chirurgo Specialista in Oculistica – Oculista, per capire meglio di cosa si tratta e perché è importante eseguire l’esame.
Dottoressa, in cosa consiste l’esame del campo visivo?
Il campo visivo è la porzione di spazio che si riesce a vedere con lo sguardo rivolto dritto in avanti. Un campo visivo “normale” si estende oltre i 90° lateralmente , 60° nasalmente e superiormente e circa 70° inferiormente.
L’esame del campo visivo, rappresentando graficamente i punti luminosi percepiti dal soggetto, permette di rilevare eventuali perdite assolute o relative di sensibilità retinica. Lo studio del campo visivo può essere effettuato mediante perimetria manuale o automatica. La perimetria automatica consente di testare un numero maggiore di punti rispetto a quella manuale, determinando la distribuzione del difetto e la sensibilità della retina. I risultati vengono poi comparati con quelli della popolazione “normale” (cioè senza deficit del campo visivo).
Perché è importante effettuare l’esame?
Diversi disturbi e patologie possono causare il restringimento del campo visivo: il più comune e tra i meno gravi è la miopia, ma ci sono molte altre condizioni, come il distacco della retina, la retinite pigmentosa, il glaucoma e la retinopatia diabetica che se non curate per tempo possono provocare la perdita irreversibile della vista.
Siccome la visione è influenzata non solo dalle patologie oculari ma da qualsiasi alterazione presente fra la retina ed il cervello. L’esame del campo visivo è utile sia in campo oftalmologico, sia neurologico, ed è necessario in casi quali:
- il conseguimento o rinnovo della patente;
- la valutazione di eventuali danni alle vie ottiche, che portano l’informazione visiva dall’occhio al cervello;
- patologie ischemiche, oncologiche, traumatiche o neurologiche;
- la presenza di alcune malattie della retina o sofferenze retiniche causate da glaucoma e diabete
- la valutazione del residuo visivo per invalidità
- la prevenzione, del glaucoma, compreso il monitoraggio di un alterato valore della pressione intraoculare;
- la valutazione di un eventuale danno legato al glaucoma.
A tal proposito, la Società Europea per il Glaucoma (EGS), consiglia di effettuare l’esame del campo visivo da 1 a 3 volte all’anno, con frequenza maggiore nei soggetti a rischio. (https://www.eugs.org/eng/default.asp)
Come si esegue l’esame?
L’esame si esegue per mezzo dell’utilizzo di un apposito macchinario, l’analizzatore di campo visivo automatizzato. Nella maggior parte dei casi, al paziente viene fatto coprire un occhio alla volta, mentre con l’altro vien fatto fissare un punto luminoso nel suo campo visivo, proiettato all’interno di una cupola illuminata, ed il paziente dovrà segnalare la presenza di stimoli luminosi premendo un pulsante. La durata dell’esame varia a seconda del paziente e di ciò che il medico decide di esaminare, ma in linea di massima ha una durata di circa 20-30 minuti per entrambi gli occhi.
Il macchinario utilizzato può incidere sull’accuratezza dell’esame?
Certo. Presso la nostra struttura utilizziamo il macchinario di ultima generazione Humphrey Field Analyzer (HFA). Validato da oltre 25 anni di ricerca ed esperienza clinica, Humphrey Field Analyzer (HFA) rappresenta lo standard riconosciuto per la diagnosi e il trattamento del glaucoma. Questo macchinario utilizza delle esclusive tecniche di sincronizzazione che lo rendono straordinariamente sensibile ai tempi di reazione del paziente. L’esecuzione dell’esame risulta quindi molto più rapida e più semplice, assicurando, al tempo stesso, una grande precisione nell’acquisizione.
Il perimetro Humphrey ha un’ampia scelta di programmi validati e standardizzati a seconda della patologia da investigare; la scelta dell’esame da effettuare dipende dal quesito posto dal medico di medicina generale o dallo specialista.
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