La Fitoterapia integrata è la disciplina medica che utilizza piante medicinali o i loro estratti per la cura di patologie acute o croniche o a scopo preventivo.
La Fitoterapia integrata studia ed utilizza le proprietà farmacologiche dei costituenti chimici presenti nelle piante e nei particolari prodotti da esse derivati per conoscerne l’attività biologica, la posologia terapeutica e tossica, le possibili vie di somministrazione, le controindicazioni ed i possibili effetti collaterali.
Pertanto, non segue filosofie o credenze religiose/alternative, ma fa propri gli stessi metodi diagnostici e terapeutici della medicina scientifica, di cui rappresenta un ramo farmacologico nobile e utilizzato da secoli.
I preparati fitoterapici con scopi medicinali sono codificati dalla Farmacopea Ufficiale Italiana ed Europea e si distinguono dagli integratori alimentari che, per definizione di legge, non presentano proprietà curative o preventive ma solo salutistiche.
E’ necessario precisare che la Fitoterapia integrata non ha alcuna pertinenza con l’omeopatia né dal punto di vista teorico né pratico poiché non utilizza le diluizioni spinte dei prodotti omeopatici.
La Fitoterapia integrata, infatti, utilizza direttamente le molecole estratte da gemme, semi, foglie, radici o piante intere ma a precisi dosaggi chimici, con metodiche paragonabili a quelle impiegate per i farmaci convenzionali di sintesi.
Le specie vegetali utilizzate vengono comunemente chiamate piante officinali (piante medicinali e aromatiche).
Come detto, le parti utilizzate possono essere frazioni botaniche della stessa pianta (come foglie, radici o fiori) o l’intera pianta da cui si ricava un “estratto”, come per esempio gli estratti idrosolubili, alcolici o glicerici.
Le piante medicinali contengono diverse sostanze chimiche, dove alcune sono dotate di attività medicamentosa, altre bilanciano tale attività e altre ancora sono inerti. Questi composti chimici vanno a costituire il “fitocomplesso” che è responsabile delle proprietà salutari di una pianta medicinale.
Le erbe e le piante medicinali sono impiegate da millenni a scopo terapeutico: i Sumeri avevano intuito che il papavero aveva il potere di alleviare il dolore, gli Egizi erano esperti nel distillare le piante aromatiche dal quale ottenevano gli olii essenziali utilizzati frequentemente per le celebrazioni liturgiche e per scopi medici.
La Fitoterapia integrata viene correntemente impiegata dalla medicina indiana-ayurvedica o cinese e in quei paesi del mondo in cui i farmaci di sintesi industriale costituiscono una risorsa troppo onerosa, si ricorre alle cure fitoterapiche.
La Fitoterapia integrata ha rappresentato per secoli il principale strumento curativo dell’uomo e può essere utilizzato anche oggigiorno in un contesto di prevenzione o come ausilio integrato alle terapie usuali, sulla base di evidenze scientifiche farmacologiche e cliniche.
Un errore che non bisogna assolutamente commettere è quello di associare il concetto di “Fitoterapia integrata” a qualcosa di “alternativo”, “diverso”, “non chimico” e “sicuramente non dannoso perché naturale”. La Fitoterapia integrata può essere accostata all’uso dei farmaci tradizionali ma perché abbia l’effetto desiderato e per ridurre il più possibile l’eventualità di effetti collaterali sarebbe prudente essere seguiti da un medico per una corretta diagnosi del disturbo da trattare, per essere guidati nella scelta del rimedio fitoterapico più adatto e degli eventuali esami di monitoraggio.
Per ogni informazione si può consultare il sito della Società Italiana di Fitoterapia.