Il caso solleva importanti interrogativi sull’integrità delle guide gastronomiche e sulla trasparenza delle pratiche pubblicitarie. Si tratta di un fenomeno che non solo riguarda il mondo della ristorazione, ma che potrebbe avere ripercussioni anche sulla fiducia dei consumatori nei confronti dei mezzi di informazione che dovrebbero garantire imparzialità e verità.
L’indagine partita da un ristoratore che ha denunciato una richiesta di denaro per entrare in una guida dei ristoranti più influenti sta sollevando un ampio dibattito sul mondo della critica gastronomica e delle pubblicità mascherate. L’intervento del ristoratore ha portato alla luce una prassi che potrebbe compromettere l’affidabilità delle guide che si propongono come strumenti di informazione per i consumatori.
“Trovo che sia una cosa scorretta sia dal punto di vista deontologico che nei confronti dei clienti – ha dichiarato Selvaggia Lucarelli, autrice della scottante inchiesta che fa luce su un “sistema” – . Questi ultimi vengono ingannati da una guida che dovrebbe essere imparziale, ma che invece utilizza pratiche di redazione a pagamento, mascherandole sotto l’apparente obiettività di una classifica”, ha dichiarato la giornalista. Ha anche espresso sorpresa nel constatare che numerosi commenti sul tema riflettevano un atteggiamento cinico, rivelando come molti considerassero questo sistema una prassi consolidata, addirittura “normale” nel mondo della ristorazione e delle guide gastronomiche. “Mi sembra assurdo. Non si può tollerare che l’informazione venga svuotata del suo valore critico”, ha sottolineato.
Selvaggia Lucarelli ha poi spiegato che il fenomeno non si limita alla singola guida, ma sembra essere un sistema radicato. Nonostante le critiche, l’inchiesta proseguirà. “Il mio obiettivo è continuare a scoprire e denunciare altre forme di pubblicità nascosta”, ha annunciato, promettendo che il caso non finirà qui e che ci sono altri “fatti interessanti” da investigare.
L’inchiesta ha attirato anche l’attenzione di Marco Gemelli, il curatore della guida coinvolta nella segnalazione. Secondo Lucarelli però, le risposte di Gemelli sono state poco convincenti. Gemelli ha sostenuto che, per poter entrare nella guida, non fosse sufficiente pagare una somma di denaro, ma che sarebbe stato necessario anche soddisfare determinati standard di qualità. “Mi ha risposto dicendo che non basta pagare, altrimenti avrebbe impiegato pochi giorni a completare la lista dei locali. Ma a me sembra una risposta priva di sostanza”, ha commentatola giornalista.
L’inchiesta non ha solo sollevato polemiche nel mondo della gastronomia, ma ha anche suscitato l’interesse dei media. La direzione di Forbes ha contattato Selvaggia Lucarelli, ricordando che qualche anno fa l’avevano inserita tra le “100 donne italiane di successo e più influenti”, sottolineando che l’inserimento nel prestigioso elenco era avvenuto senza alcun pagamento. “Posso giurare che non ho pagato per esserci”, ha commentato ironicamente .