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Marano Vicentino. Dal laboratorio di casa al British Vogue: la Fabrique di Anna Inderle conquista la scena internazionale

Tre anni fa La Fabrique non esisteva ancora. Era solo un’intuizione, un’idea in fermento, nata tra le pareti della taverna dei genitori di Anna Inderle, nel cuore del Vicentino. Oggi, una delle sue creazioni artigianali appare su British Vogue, uno dei magazine più autorevoli e iconici a livello mondiale. Un risultato che premia un progetto costruito dal basso, con una visione chiara e una cura quasi poetica del dettaglio. Nessun business plan, nessun capitale iniziale: solo manualità, bellezza e una forte identità creativa, nata dal desiderio di dare vita a qualcosa di autentico. Oggi, La Fabrique è una pasticceria ricercata, dove ogni dolce sfornato possiede un tocco d’arte e originalità. Anna Inderle si è fatta le ossa come pasticcera con Iginio Massari. Da lui ha appreso non solo la maestria nei dolci, ma anche quel rigore sul lavoro che è sinonimo di quella precisione imprescindibile quando confezioni un pasticcino o una torta.

“La Fabrique è nata in silenzio, tra una notte insonne e una confezione fatta a mano. Non avevo certezze, ma avevo un’urgenza: creare qualcosa che sapesse emozionare,” racconta Anna Inderle. Oggi la sua realtà si occupa di progettazione artigianale per eventi, matrimoni ed esperienze su misura, affermandosi come punto di riferimento per chi cerca eleganza, personalizzazione e un tocco umano. Se i risultati economici crescono con lentezza, le soddisfazioni simboliche e relazionali arrivano ogni giorno, sotto forma di connessioni preziose, collaborazioni, fiducia. La comparsa su British Vogue rappresenta una tappa simbolica di un percorso in cui la qualità ha superato la quantità, e la coerenza ha guidato ogni passo.

“Non tutto si misura in numeri. Ci sono traguardi che si sentono dentro, perché nascono dalla visione e dall’impegno quotidiano. Questo per me è uno di quelli,” aggiunge Inderle. Un riconoscimento che conferma come anche da un piccolo paese del Vicentino, un’idea possa viaggiare lontano, senza perdere la sua autenticità. E che a volte, ciò che nasce in una taverna può arrivare fino alle pagine di una rivista internazionale.

V.R.

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