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Isola Vicentina. Intimità di primavera al Ristorante Torre, dove il menù è parlato grazie a Francesco

A Isola Vicentina, tra le curve “morbide” dei colli e il respiro lento della campagna, il Ristorante Torre regala un’esperienza gastronomica che va oltre il piatto. È una cucina che accoglie,  e si fa racconto. Un luogo dove ogni dettaglio è pensato per rallentare il tempo: il camino acceso, il legno vivo, la luce calda che invita al silenzio. In una serata di primavera infra settimananale chi vi entra perde la cognizione del tempo e delle stagioni.

Ad accoglierti c’è subito Francesco, maître e narratore, che accompagna la cena con gesti misurati e parole scelte con cura. Ogni piatto, prima ancora di essere servito, viene raccontato. Come in un piccolo teatro gastronomico. L’apertura è delicata ma profonda: un ovetto morbido poggiato su crema di patate, sormontato da una chips di prosciutto che spezza la dolcezza con una nota croccante e sapida. Un boccone che conforta. Poi arriva un paesaggio vegetale servito su ardesia, dove ortaggi in varie consistenze – broccoli, cavolfiori, zucca, spugna alle erbe – costruiscono una composizione visiva e gustativa sorprendente.

È la terra che si fa arte. I primi raccontano due anime della cucina. I maccheroncini alla gricia cremosa, con guanciale croccante e pecorino che avvolge, sono il richiamo a un’Italia rassicurante e autentica. Le tagliatelle agli asparagi e bottarga puntano invece alla verticalità, all’eleganza della semplicità: un equilibrio perfetto tra freschezza e sapidità marina.

La portata principale gioca sul doppio registro della carne: tagliata di daino dalla consistenza perfetta e faraona croccante, adagiata su crema di formaggio fresco e circondata da erbe spontanee. È un incontro tra il bosco e l’aia, tra forza e delicatezza, tra rusticità e grazia.

Poi  il silenzio si rompe con un sorriso.

Arriva il dolce. E non è un dolce qualsiasi. È il Torremisù, dessert della casa, che ha il potere di chiudere il percorso con una nota esatta, rotonda, iconica. Soffice, equilibrato, generoso nella crema e pulito nella stratificazione. Nulla da aggiungere: ha regnato. E tutti lo sanno. La sala, intanto, si fa più calda. Il camino continua a scoppiettare. Le luci si abbassano, la conversazione si ammorbidisce. I commensali seduti non sentono il bisogno di parlare, non c’è bisogno di parole. Hanno ricevuto molto più di una cena. Hanno vissuto un’esperienza fatta di ascolto, gusto, memoria.

Il Ristorante Torre non cerca l’effetto. Non rincorre le mode. È un luogo che si prende il tempo per raccontare. Con i piatti, con il servizio, con l’atmosfera. È uno di quei posti dove si ritorna. Perché quando il cibo è così, non si dimentica.

V.R.

Location 8

Servizio 9

Cibo 8

Prezzo onesto

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