Una famiglia vicentina su cinque, secondo le stime di Coldiretti Vicenza, si mette in questi giorni ai fornelli con pentole e vasetti per preparare marmellate, passate, sottoli e sottaceti in vista dell’autunno e garantirsi un’alimentazione più genuina naturale, 100% made in Italy, riducendo gli sprechi.

La passata di pomodoro è il prodotto più popolare tra i patiti del fai da te, seguita da sottoli e sottaceti e dalla classica marmellata. Ma la sorpresa è che la preparazione delle conserve trova i più assidui sostenitori nella fascia di età tra i 18 ed i 34 anni, a testimonianza di una tendenza tra i giovani a recuperare le ricette della tradizione e ad una maggior attenzione alla sostenibilità ed alla genuinità di quanto si porta in tavola. Un’esigenza spinta anche dagli effetti dei cambiamenti climatici, che rischiano di impattare pesantemente sulla disponibilità di alcuni prodotti.

Ogni tipo di conserva ha le sue precise regole di preparazione. Quella di pomodoro prevede la selezione ed il lavaggio accurato dei frutti, l’asciugatura, la cottura in acqua bollente per favorire il distacco della buccia dalla polpa e la spremitura, l’imbottigliamento e la sterilizzazione delle bottiglie. Non meno diffusi sono i sottoli, cioè con ortaggi di stagione come zucchine e melanzane che vengono precedentemente lavati e scottati in acqua, aceto o vino, fatti asciugare, messi in vaso con diversi aromi e sterilizzati.

Per le marmellate la frutta preferita va lavata, tagliata e lasciata a macerare con succo di limone e zucchero per una notte intera prima di essere cotta a fuoco medio per una trentina di minuti in modo da farla addensare prima di metterla in vasetto e sterilizzare lo stesso. Un’opportunità che consente di utilizzare frutta molto matura che, proprio per tale motivo, si può acquistare a cassette a prezzi convenienti, contribuendo ad evitare gli sprechi.

“L’attività di trasformatori “fai da te”, comunque – commenta il presidente di Campagna Amica Vicenza, Raffaele Cogo –, comporta l’osservanza di precise regole in quanto la sicurezza degli alimenti conservati parte dalla qualità e sanità dei prodotti utilizzati, ma non può prescindere da precise norme di lavorazione, che valgono per il settore agroindustriale, ma anche per i consumatori casalinghi, soprattutto nella fase della sterilizzazione.
Per tutti i prodotti la prima regola è scegliere frutta di qualità, meglio se 100% italiana e direttamente dagli agricoltori, poiché è la più sicura e garantisce il rispetto di precise regole sulla tutela dell’ambiente e della qualità. Un modo anche per garantirsi la certezza dell’origine, poiché l’obbligo dell’indicazione della provenienza in etichetta c’è sulla passata di pomodoro, ma non ancora per confetture, marmellate e conserve vegetali. “Da qui la grande mobilitazione di Coldiretti – conclude il presidente Cogo – per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza, con l’introduzione dell’etichettatura obbligatoria dell’origine su tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue. Ma per evitare che gli stessi prodotti stranieri vengano addirittura spacciati per italiani serve anche modificare il codice doganale sull’origine dei cibi, che permette oggi di far diventare made in Italy un prodotto grazie al principio di ultima trasformazione sostanziale”.

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