Immaginate di fuggire da un paese in crisi, reinventarvi completamente e finire per produrre un cioccolato talmente buono da conquistare gli chef stellati. Sembra la trama di un film, invece è la storia vera di Dubraska e Johonny, una coppia venezuelana che, dopo aver lasciato Caracas per sicurezza, ha trovato in Riese Pio X, in Veneto, il posto giusto per ricominciare. E lo ha fatto con il cacao, la loro nuova grande passione. Di loro ha parlato Il Gambero Rosso ed Il Gazzettino.
Dubraska e Johonny erano due ingegneri informatici con una vita agiata, ma anche con una paura costante: i sequestri express, rapimenti lampo per estorcere denaro. «Conoscevamo molte persone nella nostra situazione a cui era successo» racconta Johonny. «Era solo questione di tempo».
Così, nel 2014, hanno lasciato il Venezuela e si sono trasferiti in Italia, dove Johonny ha radici familiari. Ma è nel 2020, con il lockdown, che la loro vita prende una svolta inaspettata: durante la pausa forzata, si appassionano al cacao e frequentano un corso online sull’arte del cioccolato. Da lì nasce un’idea folle e meravigliosa: produrre cioccolato bean-to-bar, curando ogni fase, dalla fava alla tavoletta. Ci vogliono un anno di studi, ricerche e investimenti per trovare il posto giusto e i macchinari (quasi tutti italiani), ma nel giugno 2021 nasce Chacao, il loro laboratorio. E il nome delle loro tavolette? Aroko, che nella lingua indigena Chaima significa “corona di piume”, simbolo di potere e onore.
Per creare il loro cioccolato, Dubraska e Johonny non si sono accontentati di qualsiasi materia prima. Il loro cacao proviene esclusivamente da piccole piantagioni venezuelane, dove cresce una delle varietà più pregiate al mondo: il “fino de aroma”.
E qui arriva il colpo di scena: a causa delle restrizioni del governo, il Venezuela è uno dei pochi paesi dove non si è diffuso il CCN51, un cacao ibrido di bassa qualità che sta invadendo il Sud America. «Paradossalmente, la crisi ha protetto il nostro cacao originale» spiegano. «E anche la natura ha fatto la sua parte: un fungo chiamato monilia attacca il CCN51, rendendolo difficile da coltivare». Risultato? Il loro cioccolato ha un sapore puro e autentico, senza contaminazioni.
Le tavolette Aroko non sono semplici cioccolati, ma raccontano il Venezuela attraverso il gusto:
• Chuao: uno dei cacao più rari al mondo, coltivato in un piccolo villaggio.
• Porcelana: una varietà ancestrale, dal profumo di frutta secca e fiori bianchi.
• Ocumare: proveniente da un’antica hacienda che custodisce cacao pregiati.
• Sur del Lago: cacao ricco di aromi unici, nato nella zona sud del lago di Maracaibo.
Per valorizzare queste meraviglie, la lavorazione è artigianale e delicata: tostatura soft (mai oltre i 120°C), decorticazione lenta e macinazione a pietra. E niente lecitina di soia o girasole: «Per dare cremosità usiamo solo burro di cacao venezuelano puro» raccontano.
Aromi non si ferma al cioccolato in tavoletta: la loro gamma include anche creme spalmabili alla nocciola e al pistacchio, cioccolata da sciogliere, gocce di Chuao per pasticceria e persino un panettone al cioccolato, nato dalla collaborazione con NanoLabo, un’eccellente pasticceria e gelateria artigianale veneta.
Un morso di questo cioccolato non è solo una delizia per il palato, ma un viaggio che parte dalle piantagioni del Venezuela e arriva fino al cuore del Veneto, con un carico di storia, passione e autenticità.
V.R.
