Iginio Massari dice che da giovane era un pugile. “E di buon livello”. “Ma sono stato tante cose, prima che il fornaio Limoni, che stava sotto casa di mia nonna a Brescia, mi indicasse la strada”. La strada è quella che poi l’ha condotto a diventare il pasticciere più amato e conosciuto d’Italia, personaggio televisivo di Masterchef.
Intervistato dal Corriere della Sera ricorda la sua infanzia da emigrande in Svizzera: “Avevo 14 anni, iniziai a lavorare con un pasticcere geniale nel Jura bernese. Mi dividevo tra la lotta libera e le paste alla crema. Ancora oggi, a 82 anni, mi alzo tutti i giorni alle 2.30 del mattino. Vado in laboratorio, lavoro. Metto le mani in pasta se necessario, controllo i lieviti. Facciamo 500 tipologie di dolci”.
Reclama il merito di aver inventato il maritozzo che “sorride”: “Il maritozzo con la panna che lei vede oggi in tutta Italia ha quel taglio a sorriso che gli demmo noi Massari a Roma”.
E racconta la sua torta nuziale più clamorosa: “Quella fatta per le nozze di una principessa indù. Aveva sposato un bresciano, organizzarono i festeggiamenti in un grande castello nei dintorni. Mi feci dare le misure della porta d’ingresso della cucina, e quelle erano giuste. Peccato che sbagliarono quelle della porta che conduceva al salone della festa. Se ne accorsero all’ultimo. Panico. Gli dissi: la mia torta non si tocca, se volete tagliarla lo farete in corridoio. Mi svegliarono nel cuore della notte. La principessa si era rifiutata di tagliare una torta così bella, parole sue, e mi supplicarono di portare qualche cosa, qualunque cosa avesse zucchero. Saccheggiai la pasticceria di Brescia: brioche, panettoni, cioccolatini, caramelle. Mangiarono il dolce alle tre del mattino”.
Il guaio fu la sua torta di nozze: “Non ci fu torta di nozze perché me ne dimenticai. La sa la storia del calzolaio che gira sempre con le scarpe rotte? Andò così: non eravamo ricchi, ma giovani e innamorati. Io lavoravo da un po’, avevamo tanti sogni. Forse troppi: nel rinfresco che organizzammo a casa di Mary, dopo la cerimonia, mi scordai della torta. Per fortuna alcuni amici avevano pensato di portare una millefoglie”.