Dalla Lettonia a Ponte Milvio, fino a Città del Messico, passando per Venezia. È globale la moda virale dei lucchetti, e amara quanto opportuna la cura dei suoi sintomi.

I “lucchetti dell’amore” sono diventati un fenomeno globale, attirando l’interesse non solo dei romantici, ma anche di studiosi che analizzano i comportamenti umani e i rituali contemporanei. Questo gesto simbolico di attaccare un lucchetto su ponti o ringhiere come simbolo d’amore eterno, con la chiave poi gettata in acqua, si è diffuso in tutto il mondo. Lo studio condotto da Ceri Houlbrook dell’Università dell’Hertfordshire nel 2017, ad esempio, ha messo in luce l'”effetto emulazione”, dimostrando come l’azione di pochi possa ispirare molti altri a fare lo stesso. Nel caso del ponte Oxford Road di Manchester, il numero di lucchetti è aumentato notevolmente in pochi anni, passando da soli 7 a 409.

Le interviste con coppie che hanno partecipato a questo rituale rivelano che le motivazioni sono varie e non sempre legate al romanticismo. Alcuni li hanno apposti come ricordo di una vacanza, altri per celebrare eventi speciali come anniversari o anche vincite alla lotteria. Questo fenomeno dimostra come i rituali possano evolversi e adattarsi al contesto moderno, a differenza di quelli del passato che tendono a essere studiati solo come reperti statici dagli archeologi.

Tuttavia, l’uso massiccio di lucchetti non è privo di problemi. Oltre ai casi emotivi, come quello di una donna che ha viaggiato dagli Stati Uniti alla Corea del Sud per rimuovere un lucchetto dopo la fine di una relazione, ci sono anche preoccupazioni pratiche. In alcune città, l’accumulo eccessivo di lucchetti ha sollevato problemi di sicurezza, a causa del loro peso che può compromettere la stabilità delle strutture, come accaduto a Parigi e Melbourne, dove le autorità sono state costrette a rimuoverli.

Se i “lucchetti dell’amore” cominciano a essere sintomo di degrado nella città dei ponti, ecco che i cittadini si rimboccano le maniche nella nostra Venezia e intraprendono la loro personale battaglia contro il metallo molesto. Una “crociata” che per la verità ha assunto anche vesti istituzionali: pure il Comune, rendendosi conto del proliferare della ferraglia accumulata sul ponte dell’Accademia – che peraltro appesantiva pericolosamente la delicata struttura – aveva provveduto recentemente alla rimozione dei lucchetti e alla sostituzione dei corrimano con altri a prova di aggancio.

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