A volte, la coscienza ha tempi lunghi, ma arriva sempre. È quanto dimostra la toccante vicenda che ha visto protagonista un pensionato di Parabita, in provincia di Lecce, il quale si è visto recapitare, in forma totalmente anonima, un pacco contenente una lettera scritta a mano e una somma in contanti pari a 1.050 euro.
“Posso morire in pace”, si legge nella missiva, scritta con calligrafia tremante, ma chiara. Parole che raccontano di un debito antico, di quelli che appartengono a un’altra epoca, quando la stretta di mano valeva più di un contratto. Cinquant’anni fa, il padre del pensionato aveva prestato un milione di lire a un amico. Un gesto dimenticato dai più, ma non da chi lo aveva ricevuto.
Oggi, a distanza di mezzo secolo, quello stesso amico — o forse un suo familiare — ha deciso di restituire la somma, convertita in euro, al figlio del benefattore. Nessun nome, nessuna pretesa, solo il desiderio di chiudere un cerchio rimasto aperto troppo a lungo.
Il pensionato, colpito profondamente dal gesto, ha scelto di non trattenere il denaro per sé: l’intera cifra è stata donata in beneficenza.
“Non so chi sia stato – ha raccontato – ma questo gesto ha un valore che va ben oltre i soldi. È una lezione di vita, di rispetto e di memoria”.
In un tempo in cui i valori sembrano smarriti, questo piccolo grande gesto riaccende la speranza: che l’onestà, la gratitudine e la dignità possano ancora guidare le nostre azioni. Anche a distanza di cinquant’anni.
