a cura di Anima Veneta
Con questo altisonante appellativo si presenta uno dei dolci tipici della tradizione contadina vicentina: rallegrava le feste attorno al fuoco e veniva cotto sulle “bronse” (braci) dentro una pentola di terracotta. A seconda della zona del veneto può chiamarsi differentemente come macafame, pinsa, smejasa, schisoto ovvero il riuso del pane raffermo avanzato ammollato in precedenza nel latte, arricchito da uvetta, pinoli, liquore, scorza di limone ed arancia… come ben sapete, una volta non si buttava nulla!
Si hanno le prime notizie nella zona del Vicentino ai tempi della Serenissima: corre l’anno nel 1405.
C’è chi sostiene che “Putana” derivi da “Putea” ovvero bambina, questo perché era un dolce tipico per la merenda dei bambini, altri ritengono che sia stata chiamata cosi dopo un bizzarro fatto di cronaca accaduto ad un importante ristoratore Vicentino, il quale, mentre portava questo dolce ai suoi commensali, si trovò improvvisamente al buio perché una raffica di vento aveva spento tutti i lumi della taverna, e inciampato su di un gradino esclamò l’ espressione Veneta colorita “putana”.
Ma la più verosimile è originata dalla versatilità dei suoi ingredienti che possono essere modificati in ragione di quello che la cucina avanzava in quel momento.
RICETTA
Consiglio: essendo un dolce che prevedeva “gli avanzi” dei giorni precedenti, gli ingredienti potevano variare!
Ingredienti:
250g di farina da polenta (quella che cuoce in tre minuti)
500ml di latte
400ml di acqua
70g di burro
10g di semi di finocchio
250g di zucchero
80g di pinoli
325g di farina 00
250g di uvetta
2 cucchiaini di lievito
rum
buccia di limone
buccia di un’arancia
succo di un’arancia
vaniglia
sale
Teglia diametro 30 cm circa
Mettere a bagno l’uvetta in acqua calda.
Fate la polenta morbida con 500ml di latte e 400ml di acqua e una scorza di limone : metterla in una grande ciotola, togliete le scorza di limone e aggiungete il burro che si scioglierà subito. Lo zucchero, il rum a piacere. Tritare i semi di finocchio con la buccia di arancia e aggiungerli alla polenta con il succo dell’arancia e il sale.
Incorporare una parte di farina, setacciandola per non fare grumi. Alla rimanente aggiungete il lievito, la vaniglia e l’uvetta sgocciolata e asciugata e i pinoli. Se vi sembra difficile da impastare perché troppo sodo, aggiungete poco latte a filo (le farine da polenta non sono tutte uguali, potrebbe esserci una differenza nell’assorbire liquidi).
Mettere tutto in una teglia foderata con carta forno e infornare a 175/180° per circa un ora e mezza.
Quando manca mezzora alla fine della cottura, se vi sembra che sotto sia più colorata che sopra, capovolgetela.
Il consiglio é di mangiarla dopo 2/3 giorni, sarà molto più gustosa e profumata.
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