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Dalla cura di Ippocrate alla sobrietà tedesca: ecco come è nato lo spritz

A dargli la connotazione tutta veneta sono stati i soldati tedeschi, che aggiungevano acqua al vino perché non riuscivano a tollerare l’alta gradazione alcolica della bevanda alcolica locale, poi lo spritz ha fatto il giro d’Italia, ‘svalicando’ addirittura nel mondo e diventando una delle tradizioni più consolidate nella vita di oggi.

Pensare che l’aperitivo nacque con Ippocrate e chissà se il padre della medicina avrebbe mai pensato che una sua cura sarebbe diventata un momento imperdibile per gli italiani del ventunesimo secolo.

L’aperitivo, rito serale che accomuna tutta la penisola, è nato 2400 anni fa. Trae origini proprio dal medico greco che per alleviare disturbi di inappetenza dei suoi pazienti, scoprì che bastava somministrare una bevanda a base di vino bianco, fiori di dittamo, assenzio e ruta per stimolare l’appetito.

Vino hippocratum il nome attribuito alla bevanda curativa che tramandata nei secoli è giunta nelle mani degli erboristi medievali che scoprirono come lo stimolo della fame non fosse originato dagli ingredienti della bevanda ma dal sapore amaro che questi rilasciavano.

Non è quindi un caso se anche oggi gli aperitivi mantengono nel gusto amaro la loro caratteristica principale.

Ma com’è avvenuto il passaggio da bevanda curativa a drink da condividere fra amici?

L’idea è venuta Antonio Benedetto Carpano che nel 1876 in una piccola bottega di Torino, creò un vino aromatizzato con china che comunemente conosciamo con il nome di Vermouth.

Apprezzato dal re Vittorio Emanuele II divenne l’aperitivo ufficiale di corte.

Il vermouth è stato poi ribattezzato “Punt e Mes”, punto e mezzo di amaro in più.

L’aperitivo d’eccellenza dei giorni nostri è lo spritz, nelle sue molteplici varianti.

Da dove arriva questa bevanda che è divenuta punto centrale di momenti imperdibili, in tempi di normalità, con stuzzichini, chiacchiere e sorrisi?

Nasce in Veneto e si ipotizza che il tutto sia nato per caso quando, nell’800, i soldati tedeschi, i diplomatici e tutte le persone che lavoravano per l’impero Asburgico di stanza in Veneto, chiedevano di spruzzare un po’ d’acqua all’interno dei vini perché non abituati alla loro gradazione.

È infatti molto probabile che in passato il vino contadino fosse decisamente molto forte e che necessitasse di essere alleggerito con una spruzzatina di acqua.

Lo spritz che conosciamo oggi è una variante di quello originale ed è frutto dell’evoluzione che, con l’aggiunta di vermouth o bitter, caratterizza differenti località.

Mentre a Venezia c’è chi giura che il vero spritz sia quello col Select dei fratelli Pilla che con una ricetta segreta hanno creato con molte erbe aromatiche nel 1920, per i più lo spritz per eccellenza è nato a Padova con l’aggiunta dell’Aperol, inizialmente prodotto e registrato alla Camera di commercio dalla ditta padovana dei fratelli Barbieri.

Nei secoli l’aperitivo ha mutato la sua composizione e ha cambiato le abitudini degli italiani. Nato come cura medicale, divenuto bevanda per anticipare la cena, oggi rappresenta un momento che con l’apericena ha portato molti italiani a sostituire il pasto serale.

L’auspicio è che si possa tornare a rivivere con serenità e tranquillità un momento che accomuna generazioni diverse con la bellezza dello stare assieme e socializzare.

Andrea Nardello