Quanti animali si possono tenere in casa senza essere considerati “accumulatori” e incorrere in responsabilità legali? “Fermo restando che il benessere degli animali deve essere sempre garantito, è bene sapere che alcune leggi regionali o regolamenti comunali prevedono un numero massimo di animali da compagnia che possiamo tenere con noi in casa”, spiega l’avvocato Claudia Taccani, responsabile dello Sportello legale dell’Oipa.
E in caso di stallo? “La legge lombarda prevede che, in caso di temporaneo soggiorno in spazi privati, il numero degli animali ospitati non possa essere superiore a dieci, qualora la permanenza superi la giornata di arrivo, e che gli animali d’affezione debbano essere sempre registrati nell’anagrafe regionale“, continua l’avvocato Taccani. “Anche alcuni regolamenti comunali per il benessere degli animali prevendono limiti al relativo numero di detenzione privata. Per esempio, la città di Verona prevede nel proprio regolamento che, qualora in un’abitazione vi sia un numero di cani superiore a cinque, oppure di gatti superiore a dieci, anche qui escludendo i cuccioli, per motivi di sanità, igiene e sicurezza pubblica è obbligatoria l’autorizzazione del Sindaco su parere del Servizio veterinario”.
La parola: animal hoarding
È la raccolta compulsiva di un elevato numero di animali in spazi ristretti e sovraffollati, a tutti gli effetti una forma di maltrattamento, con i conseguenti problemi d’igiene e sanità. Il primo a proporre i suddetti criteri diagnostici è stato Gary J. Patronek nel 1999. Successivamente i ricercatori dell’ “Hoarding of Animals Research Consortium” (HARC), creato nel 2002 negli Stati Uniti, hanno aggiunto un criterio che si riferisce all’incapacità di riconoscere le conseguenze negative dell’accumulo. Può essere una manifestazione particolare del disturbo da accumulo tuttavia i due disturbi potrebbero non essere strettamente correlati. Per esempio, i pazienti con Disturbo ossessivo compulsivo presentano ossessioni che causano ansia, paura o vergogna e cercano attivamente di resistere o evitare queste emozioni. Sembra invece che gli animal hoarder, al contrario, accolgano queste emozioni come motivo per continuare con il loro comportamento di accumulo. Poiché si tratta di individui tipicamente reclusi e socialmente isolati, è molto difficile individuarli. Circa il 76% degli animal hoarder sono donne e generalmente il disturbo insorge nella tarda età adulta. Gli animali più comunemente accumulati sono i cani, ma spesso si accumulano anche cavalli, uccelli e gatti. Non è raro trovare persone che hanno messo insieme una grande quantità di specie diverse.
Insomma, alcune leggi regionali e alcuni regolamenti comunali impongono un numero massimo nella detenzione di animali, a titolo privato, poiché è necessario tutelare il loro benessere e garantire condizioni igienico sanitarie adeguate, evitando potenziali forme di maltrattamento. L’Oipa sottolinea che è auspicabile che Regioni e Comuni che ancora non hanno legiferato o regolamentato in materia lo facciano al più presto, per una serena convivenza uomo-animale.
Attenzione. Non soltanto cani e gatti sono tutelati da eventuali forme di accumulo: tutti gli animali godono della stessa protezione da qualsiasi forma di maltrattamento. Il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia ha imposto a una donna, residente in Brianza, di ridurre il numero di animali presenti in casa, in quel caso più di 20 furetti e alcuni gatti. Nella sentenza del Tar viene richiamato il regolamento attuativo della Regione Lombardia. Secondo i giudici, anche se la disposizione regionale si riferisce a un numero massimo di “cani e gatti”, ciò non esclude l’applicazione di un limite anche per altri animali d’affezione come, appunto, il furetto.