La Peste suina spaventa anche il Veneto: se il virus colpisse gli allevamenti del territorio regionale potrebbe causare “conseguenze dirette ed indirette sulle imprese agrozootecniche, sulle produzioni della filiera suinicola e sull’economia legata all’indotto”. Il fronte di avanzamento delle più vicine Zone di restrizione della Lombardia e dell’Emilia Romagna dista circa 80 chilometri dalle province di Verona e di Rovigo. E dunque la Regione Veneto ha individuato alcune misure urgenti per ridurre il rischio di introduzione del virus negli allevamenti; e per fissare “azioni di preparedness” della filiera delle carni suine in caso di estensione delle Zone di restrizione o in caso di conferma di focolai sul territorio regionale. Nella specifica ordinanza vengono definite le azioni prioritarie da attuare da parte degli operatori della filiera suinicola, anche in riferimento alle ordinanze del commissario straordinario alla Peste suina africana e alle recenti indicazioni ministeriali per territori già colpiti dalla malattia. “E’ necessario procedere al rafforzamento del controllo dell’adozione di misure di biosicurezza strutturali e gestionali negli allevamenti suini e delle procedure per la movimentazione in sicurezza degli animali, per lo smaltimento sicuro dei prodotti potenzialmente contaminati, per la pulizia e la disinfezione di ambienti, strutture, attrezzature, aree e mezzi”, dice la Regione. Inoltre, continua, “sul territorio regionale devono essere vietate fiere, mostre e mercati che interessino gli animali della specie suina. Negli allevamenti di suini del territorio regionale è vietato l’ingresso di personale non strettamente collegato alle attività di allevamento e alle attività di controllo ufficiale dell’Autorità competente e di controllo e sorveglianza della malattia”.

La Regione dice anche che “tutta la popolazione deve essere sensibilizzata perché ci possono essere comportamenti che favoriscono la diffusione del virus: ad esempio, l’abbandono di rifiuti alimentari che potrebbero venire in contatto con i cinghiali o altra fauna selvatica rappresenta un rischio per la diffusione delle malattie degli animali quali la Peste suina, il cui virus potrebbe essere presente in salumi provenienti da territori in cui il visus è diffuso”. Viene disposto anche l’obbligo di allontanare e mettere in sicurezza i rifiuti alimentari nelle aree di sosta autostradali per non lasciarli alla portata della fauna selvatica. La Peste suina africana (Psa) è una malattia infettiva dei suidi (non si trasmette ad altre specie animali, compreso l’uomo) causata da un virus letale e sta circolando da poco più di due anni nella popolazione di cinghiali selvatici dei territori delle Regioni Campania, Calabria, Lazio, Piemonte, Toscana, Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna, oltre che in altri paesi europei ed extraeuropei. Dall’ambiente selvatico la malattia può entrare, in carenza di biosicurezze strutturali o gestionali, negli allevamenti di suini domestici. Dal luglio scorso, la Psa ha coinvolto anche alcuni allevamenti di suini delle Regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna causando mortalità negli animali detenuti e determinando l’esecuzione di una serie di misure previste dalla normativa, tra cui l’abbattimento degli animali negli allevamenti coinvolti e pesanti limitazioni commerciali e sanitarie per la filiera suinicola e in particolare per le carni.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia