“E’ stato abusato con farmaci soppressori che hanno corroso le parti molli delle articolazioni. Pur giovanissimo è costretto a vivere in spazi ristretti. Da tesserata Fise ho segnalato il caso al presidente e al procuratore federale. Gli istruttori non erano veri istruttori: quello che ho trovato in Fise non l’ho mai visto altrove. Le persone coinvolte sono state sospese per 4 mesi, chi non era in regola ha sanato i titoli da privatista, non sono stati ascoltati i miei testimoni e ho subito procedimenti per un post su Fb e ad oggi sono stata sospesa dalla Federazione 10 anni”. Questa è la storia del cavallo I-Greg, raccontata da Roberta Giovannini, anche questa portata nella conferenza stampa indetta dall’associazione Giacomo Fornasier che vuole accendere i riflettori sulla tutela dei minori negli sport equestri, ma anche sul benessere e la salute del cavallo spesso sacrificata per gare sportive o per garantire le opulente attività dei centri. Giovannini non vuole colpire con un’accusa tout court la Fise anzi dice “è grazie a un istruttore Fise che ho salvato il mio cavallo, per 5 veterinari era da sopprimere perchè aveva ormai un collasso dei piedi”.
Sul tema Lucilla Montanari, istruttrice di terzo livello delle discipline olimpiche Fise e segretaria generale dell’associazione Fornasier, ha sottolineato il pericolo, a danno del benessere dei cavalli, di “un accesso alla formazione che si è abbassato. Un 16enne dopo 80 ore che segue dei bambini è troppo poco. Bisogna ripristinare inoltre un colloquio e si corre troppo con bambini ancora piccoli”.
Anche Sonny Richichi dell’Italian Horse Protection ha ricordato l’incertezza che grava sui cavalli quando “escono dal circuito gare” e ha ricordato la recente inchiesta che ha testimoniato come alcuni “cavalli usciti dal centro Fise finissero in mattatoio. Chiediamo alla Fise tutela dopo che il cavallo non è più idoneo allo sport. Un tema difficile in Italia- ha ricordato- che è il Paese in Europa che macella più cavalli in assoluto”.
“Dire che il cavallo è un atleta è bello- ha spiegato il veterinario Stefano Manocchio che si è videocollegato- ma a me sembra uno scarico di responsabilità. Il cavallo è un bambino di 500 kg e non si riesce a definire chi ne sia responsabile: il proprietario, il cavaliere, l’istruttore, le maestranze? Le 25 raccomandazioni Fei (Federazione Equestre Internazionale)- ha precisato- non ci dicono se il box debba avere o meno una finestra. Sono scelte politiche ma il benessere del cavallo deve venire prima del risultato sportivo”, ha concluso.

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